AFRICA

In Zimbabwe è lite per le parrucche dei giudici ereditate dall’impero britannico

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 18 aprile 2019

Parrucca sì o parrucca no? È questo il quesito che in Zimbabwe sta portando alla lite un intero Paese. Il governo dell’ex colonia britannica è accusato di spese inutili per l’acquisto delle ricciolute, bianche parrucche made in UK utilizzate dai giudici.

Qualche settimana fa ne sono state comprate sessantaquattro al prezzo di 1.850 sterline l’una (2.135euro) per un totale di oltre 118mila sterline (137mila euro).

Le parrucche indossate dai magistrati in Zimbabwe

La notizia, pubblicata dal quotidiano “Zimbabwe Independent”, ha destato l’indignazione e le proteste dei cittadini, della società civile e dei giornalisti creando due correnti di pensiero.

Ci sono i “tradizionalisti” e i “riformatori”. I primi vogliono difendere la tradizione ereditata dai colonialisti britannici. I secondi pretendono il distacco totale dal colonialismo, ulteriore occasione per liberarsi definitivamente da una consuetudine imperialista. E ricordano che il Paese africano è indipendente dal 1980.

Nel mezzo della disputa troviamo la Stanley Ley Legal Outfitters di Londra, storica azienda esclusiva, nata nel 1903, che ha venduto le parrucche al governo di Harare.

Nel sito aziendale si legge che tutte le parrucche del negozio sono di puro crine di cavallo al 100 per cento. Sono fatte a mano in Inghilterra da artigiani che utilizzano metodi tradizionali immutati nel corso dei secoli. Insomma, alta qualità e oltre un secolo di esperienza che giustificano l’alto prezzo.

Nella disputa, con un tweet, entra anche Arnold Tsunga, direttore per l’Africa dell’International Commission of Jurists (ICJ), Commissione Internazionale dei Giuristi. “La tradizione della parrucca (coloniale) dei giudici continua in Zimbabwe con tutti i suoi costi e le sue polemiche, senza alcun beneficio significativo per l’accesso alla giustizia”.

E c’è chi rincara la dose in risposta a Tsunga con un altro tweet. “In Zimbabwe, oltre alla parrucca, dovrebbe essere abolita anche la veste indossata dai giudici e il titolo di Loro Signoria quando si rivolgono ai magistrati” – scrive un cittadino -.

Ma forse nell’ex colonia britannica non si sono accorti che nel Regno Unito, dal 2008, dopo trecento anni, il parruccone è stato abolito. Viene indossato solo dai giudici dei processi penali che hanno rifiutato la riforma. In Zimbabwe invece resta un oggetto “old England” che continua a contraddistinguere il ruolo di chi lo indossa.

Quando si dice: “essere più realisti del re”.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
@sand_pin

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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