Valentina Vergani Gavoni
22 ottobre 2025
Success to Significance, il successo imprenditoriale in Africa che si trasforma in un valore per il mondo intero, questo è il messaggio che Manu Chandaria – con la collaborazione dei giornalisti Kwendo Opanga e Charles Wachira – vuole trasmettere.
Nel libro di 327 pagine racconta la sua storia. Un imprenditore di origini indiane, nato a Nairobi, figlio di immigrati, che ha saputo trasformare le sfide della vita in una filosofia vincente. Pochi lo sanno, ma detiene praticamente il monopolio mondiale delle grucce appendi abiti. Le sue fabbrica ne producono ogni anno miliardi di pezzi.
Chandaria, membro senior del Comcraft Group of Companies che opera in circa 40 Paesi (quattro in Italia) e del consiglio di amministrazione di diverse importanti società dell’Africa orientale, si definisce un “africano asiatico”. Un’espressione, questa, utilizzata per esprimere con orgoglio una doppia appartenenza culturale e affettiva.
Vuole essere un incoraggiamento per tutte le persone che, pur avendo origini diverse, si identificano pienamente con l’Africa dove sono nati, cresciuti o hanno vissuto gran parte della loro vita.
Non è solo una questione etnica, ma anche politica e sociale: questi cittadini si sentono parte integrante della società, della storia, dello sviluppo e del destino dell’Africa.
Manu Chandaria può essere considerato un esempio concreto e ispiratore per lo sviluppo nel continente sotto diversi punti di vista: economico, sociale, educativo e valoriale.
Ha costruito il suo successo in Africa, per l’Africa. Non ha semplicemente sfruttato risorse o manodopera a basso costo. Ha creato aziende locali, posti di lavoro stabili e filiere industriali autonome.
Ha promosso la produzione e la trasformazione delle realtà locali africane, riducendo la dipendenza dalle importazioni. E la sua esperienza dimostra che profitto e impatto sociale possono coesistere. Un capitalismo etico perché le sue aziende producono valore economico, ma reinvestono nella società attraverso filantropia e sviluppo comunitario.
Ha dimostrato infatti che un’impresa può essere sostenibile, etica e redditizia allo stesso tempo. Ma non solo, ha investito in educazione e capitale umano finanziando scuole, università e borse di studio. Un impegno il suo, fondato sulla convinzione che l’unico vero sviluppo a lungo termine deve assolutamente passare da istruzione e formazione.
Per lui, il vero patrimonio dell’Africa sono i suoi giovani che ha sempre sostenuto attivamente. Un ideale in contrasto con la corruzione e il nepotismo dilagante. E ha dato un volto credibile e umano alla figura dell’imprenditore africano, andando contro stereotipi negativi.
Come immigrato indiano naturalizzato kenyano, ha mostrato che l’integrazione culturale può generare valore, portando innovazione e dialogo interculturale contribuendo a costruire una società africana più inclusiva, multiculturale e cooperativa.
Il titolo del suo libro sintetizza quello che è un insegnamento da divulgare: non basta “avere successo” nel senso tradizionale (ricchezza, fama, potere), occorre anche trasformarlo in significato. Un contributo al bene comune.
Manu Chandaria e la sua famiglia hanno mostrato come un casato di immigrati possa radicarsi in un nuovo Paese e contribuire in modo significativo al suo sviluppo.
Dall’India, nei primi decenni del XX secolo, i suoi familiari arrivarono in Kenya quando era ancora sotto dominio coloniale britannico. E come molti indiani dell’epoca, iniziarono con piccole attività commerciali, vivendo in comunità spesso marginalizzate ma coese.
Con tanti sacrifici l’imprenditore ha costruito un impero industriale panafricano e insieme alla famiglia ha fondato e sviluppato la Comcraft Group, un conglomerato multinazionale e transnazionale. Questo ha creato migliaia di posti di lavoro in Africa, rafforzando l’industria locale in diversi Paesi.
Chandaria ha sempre puntato su investimenti a lungo termine, piuttosto che semplici speculazioni. La sua figura imprenditoriale si inserisce nell’economia africana come un esempio emblematico di capitalismo etico e inclusivo, in netto contrasto con modelli predatori o puramente speculativi. Il suo contributo va ben oltre la creazione di ricchezza personale: ha influenzato lo sviluppo industriale, la cultura imprenditoriale e il modello di impresa responsabile in Africa.
Valentina Vergani Gavoni
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