Fossa comune a Gaza ©Mohammad Fayq/Anadolu via Getty Images
Valentina Vergani Gavoni
16 settembre 2025
Dopo 77 anni di colonialismo, un numero di vittime incalcolabili, e più di 65 mila morti dal 7 ottobre 2023, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sul Territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est e Israele (Coi), ha presentato il rapporto che definisce “genocidio” la violenta e aggressiva politica israeliana a Gaza e Cisgiordania.
“Le autorità e le forze israeliane hanno commesso e stanno continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese di Gaza”, hanno dichiarato i commissari durante la 60ª sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
La commissione ONU conferma quello che scriviamo da due anni: abbiamo parlato dei crimini di Hamas. Ma nessun crimine, per quanto grave, giustifica uno sterminio di massa o un genocidio.
“Esistono motivi ragionevoli per affermare che le forze e le autorità israeliane hanno commesso quattro atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, ossia: uccidere membri del gruppo, infliggere loro gravi danni fisici o mentali, imporre deliberatamente al gruppo condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale, imporre misure volte a impedire le nascite”, denuncia la Commissione di inchiesta.
La reazione ai crimini del 7 ottobre non può essere la pulizia etnica. Rispondere all’atrocità con un massacro significa calpestare il diritto internazionale e abbandonare gli stessi valori della convenzione sul genocidio, creati per proteggere tutti senza discriminazioni.
Grazie ai giornalisti palestinesi, oggi il mondo ha a disposizione prove inconfutabili che condannano Israele: “Le autorità e le forze israeliane hanno avuto e continuano ad avere l’intento genocidario di distruggere, in tutto o in parte, la popolazione palestinese della Striscia di Gaza”, si legge nel rapporto.
L’impunità con cui i ministri del governo sionista hanno pubblicamente ammesso il loro progetto coloniale “costituiscono testimonianze dirette dell’intento genocidario, mentre il modello di condotta delle forze israeliane fornisce prove indirette sufficienti a farne derivare come unica deduzione ragionevole l’esistenza di tale intento”, afferma l’Onu.
La politica colonialista genocidaria sta cancellando anche quello che rimane di West Bank. Lo stesso intento di distruggere il popolo occupato potrebbe estendersi “al resto del Territorio palestinese, ossia alla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”, riporta il documento.
Questa non è una guerra. Un esercito occupante che cancella dalla faccia della terra una popolazione intera si chiama genocidio.
Valentina Vergani Gavoni
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