GUERRA A GAZA

Gaza: la Svizzera indaga sulla presenza di un criminale di guerra israeliano

Speciale per Africa ExPress
Alessandra Fava
8 febbraio 2025

Guerra a Gaza

E a proposito di attenzione mediatica ai fatti mediorientali, la Francia ha risposto con un appello dei suoi scienziati, che stanno boicottando fondi e aiuti dalla Russia,  come d’altronde anche quelli provenienti da Israele.

Scienziati francesi

Mediapart ospita infatti un sollecito di interruzione di qualsiasi collaborazione scientifica. Il documento è stato firmato da 500 scienziati e ricercatori delle Università di Francia, CNR, Inrae, Cirad, Ird, Ined, Inria. L’invito al rifiuto dei fondi è stato sottoscritto anche da molte associazioni e ONG per condannare il genocidio in corso nei Territori occupati e le multiple violazioni del diritto internazionale commesse dallo Stato di Israele.

https://blogs.mediapart.fr/les-invites-de-mediapart/blog/050225/500-scientifiques-interpellent-leurs-directions-sur-les-violations-du-droit-internatio

Medioriente senza guerra

Intanto in Israele circola un video che fa discutere e commuovere. Si tratta di uno smanettatore israeliano, un John Lennon d’Oriente, a regalarci con l’intelligenza artificiale un’idea di che cosa potrebbe essere il Medio Oriente senza più guerre.

Immaginare confini senza filo spinato da Sof Tov di Yoni Bloch

Si chiama Yoni Bloch e da alcuni anni ha creato una società con sede a New York e Tel Aviv per produrre video-musica in cui gli utenti possono intervenire cambiando le storie e persino il finale. Ma così non succede nella sua “Imagine” che si chiama Sof Tov (Felice Finale): è già una storia positiva e sta spopolando in Israele.

Si vedono ostaggi tutti liberati, autostrade che passano in territori palestinesi, auto che entrano in Siria e Libano dove non ci sono più confini spinati. L’ufficio di reclutamento dell’esercito ha chiuso e i fucili sono sotto chiave in una gabbia, pronti per essere rottamati. Si vede un’Unione del Medio Oriente e un treno bianco e rosso che porta gli israeliani fino in Egitto, senza alcun controllo. Il treno tocca anche Beirut e arriva a Damasco come ai vecchi tempi.

Un treno israeliano che arriva alle piramidi – il video di Yoni Bloch

Si vedono all’aeroporto Ben Gurion anche i voli per Teheran e abbracci di atleti e la Coppa del Mondo in cui si qualifica anche Israele. “Il video è un po’ esagerato e un po’ reale – ha detto Bloch a Canale 12, emittente israeliana – Lo scopo della canzone non è descrivere la realtà ma ricordare alla gente che non deve smettere di sognare”. Per vederlo integralmente: https://www.youtube.com/watch?v=erLAgHIP6UM

Mercenari USA a Gaza

Quello che ci restituisce la realtà è un po’ diverso. Secondo un’inchiesta di Reuters, una piccola agenzia del Nord Carolina, la UG Solution, sta reclutando contractor (cioè mercenari) da mandare a Gaza. Non certo per ricostruirla, ma per militalizzarla, come vi abbiamo raccontato nella traduzione: https://www.africa-express.info/2025/02/03/il-checkpoint-di-gaza-sara-presidiato-da-decine-di-mercenari-americani-armati/.

La notizia precede la dichiarazione del presidente americano, Donald Trump, del 4 febbraio sulla ricostruzione di Gaza, con “i palestinesi che andranno a vivere in Egitto o Giordania”. Sulla sparata di Trump ci sono una ridda di congetture: il suo entourage dice che era totalmente all’oscuro di questo progetto. Ma la tempistica sulla ricerca dei contractors ci fa pensare altrimenti.

Certo nella società israeliana si è creata una spaccatura. Questo scampolo di prima tranche di tregua ha dato ancor più spazio alle voci dei familiari degli ostaggi che ormai sono diventati una specie di sinistra del Paese. Mancano ancora nomi di ostaggi da rilasciare, persone che sarebbero nelle mani di Hamas e sui quali non ci sono ancora trattative in corso e quindi aumentano le pressioni dei familiari. La madre di due di loro, Sylvia Cunio, ha passato giornate davanti alla stanza del primo ministro a Gerusalemme.

A questo proposito e sulla militarizzazione della società israeliana è certo interessante ascoltare l’intervista al direttore esecutivo di B’Tselem, una ONG che monitora i Territori occupati e Gaza e il livello di sopraffazione cui sono quotidianamente sottoposti i palestinesi. Ecco qui Yuli Novak, intervistata da Fatima Bhutto di Al Jazeera.

https://www.youtube.com/watch?v=OcrbUNGNCWU

Premier israeliano da Trump

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a destra, con il presidente USA, Donald Trump

Netanyahu non ha nessuna intenzione di ritirare l’esercito da Gaza e dal corridoio di Philadelphi, al confine con l’Egitto, come sarebbe previsto dalla seconda fase dell’accordo (che inizia lunedì 10 febbraio), ma piuttosto vuole rilanciare la guerra contro Hamas. Secondo Haaretz, quotidiano israeliano, il premier ne avrebbe discusso con Trump in occasione della sua vista a Washington.

Intanto si acuiscono i problemi economici di Israele. A fine marzo il governo Netanyahu sarà anche tenuto a redigere il bilancio.

Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Israele: altri articoli li trovate QUI

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Alessandra Fava

Giornalista dal 1989, per lo più freelance. Ha scritto per Diario della settimana, Manifesto, Io donna, Marie Claire. Ha lavorato all'Ansa per 16 anni seguendo anche i processi del G8 2001 genovese. Esperta di Medio Oriente.

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  • La posizione europea nei confronti del conflitto in Ucraina è vergognosa dal 2014. Indifendibili. a supportare un regime nazista colpevole di innumerevoli crimini di guerra. Manipolati dagli USA come burattini gli europei non valgono una cicca.

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