SOMALILAND

Somaliland: Addis Abeba inaugura nel porto di Berbera ufficio smistamento e transito merci dall’Etiopia

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
12 dicembre 2024

Ieri ministero delle Finanze e dello Sviluppo del Somaliland ha inaugurato nel porto di Barbara un centro per lo smistamento e il transito delle merci provenienti dall’Etiopia o destinate all’Etiopia.

Somaliland: porto di Berbera

Accesso al mare

Una tappa importante nel partenariato economico tra Somaliland ed Etiopia. Quasi un anno fa l’allora presidente del Paese, Musa Bihi Abdi, e il primo ministro etiopico, Abiy Ahmed, avevano siglato un Memorandum of Understanding (MoU) per l’utilizzo del porto di Berbera.

Da quando l’Eritrea ha ottenuto l’indipendenza, l’Etiopia è senza sbocchi al mare. Ha quindi chiesto e ottenuto da Hargeisa, in concessione per 50 anni, 20 chilometri di costa intorno al porto somalilandese, che si trova sul Golfo di Aden.

Autoproclamata indipendenza

Va ricordato che il Somaliland, ex colonia britannica ha proclamato l’indipendenza dal Regno Unito il 26 giugno 1960 (si chiamava Stato del Somaliland), e, dopo 5 giorni si è unita alla Somalia Italiana, indipendente dal 1° luglio dello stesso anno. Dopo lo scoppio della guerra civile somala il 30 dicembre 1990, e il conseguente collasso della Somalia, il 18 maggio 1991 il Paese si è ritirato dall’unione. Ma il suo governo non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale, tanto meno dalla Somalia.

L’autoproclamata Repubblica ha un proprio governo, una propria moneta e le proprie strutture di sicurezza. Tuttavia, non essendo riconosciuta da nessun Paese del mondo, l’accesso ai finanziamenti internazionali multilaterali e le possibilità di viaggiare dei suoi abitanti sono limitati.

Recentemente nel Somaliland si sono tenute le elezioni presidenziali vinte dal leader dell’opposizione, Abdirahman Mohamed Abdullahi. Durante la campagna elettorale il candidato poi eletto si era espresso in modo diplomatico sul MoU siglato tra i due Paesi.

MoU non ratificato

Visto che ora la collaborazione tra Addis Abeba e Harghesia sta facendo i primi passi, anche se l’accordo tra le parti non è stato ancora ratificato, pare evidente che il neopresidente abbia messo da parte le proprie iniziali riserve.

Abdiresheed Ibrahim, direttore generale del ministero del Commercio e del Turismo del Somaliland, ha sottolineato l’importanza di questa prima tappa: “Si tratta di una grande pietra miliare nei rapporti commerciali e di investimento tra i nostri due Paesi. Questo accordo dimostra l’impegno del Somaliland per rafforzare i partenariati regionali ed economici”.

Violazione sovranità

La Somalia sin dall’inizio ha considerato il MoU come una violazione della propria sovranità. La tensione tra Addis Abeba e Mogadiscio era salita alle stelle, tantoché la nostra ex colonia aveva persino minacciato di espellere le truppe etiopiche di stanza nel Paese per combattere i sanguinari miliziani al Shebab.

La Turchia è il principale alleato di Mogadiscio, con cui ha firmato un accordo di difesa marittima, e agisce come mediatore per ridurre le tensioni nel Corno d’Africa. E ieri ad Ankara è stato finalmente trovato un accordo tra Abiy Ahmed, primo ministro etiopico, e il presidente somalo, Hassan Cheikh Mohamoud.

In passato la Turchia ha agito anche in qualità di mediatore tra la Somalia e il Somaliland.

Da destra a sinistra: Abiy Ahmed, premier etiopico, Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia e il suo omologo somalo, Hassan Cheikh Mohamoud.

Accordo

“È la fine di un incubo, spero che sia il primo passo verso un nuovo inizio basato sulla pace e sulla cooperazione”, ha dichiarato Recep Tayyip Erdogan, dopo diverse ore di negoziati tra le parti.

I leader dei due Paesi hanno di fatto dichiarato di voler trovare accordi commerciali per consentire all’Etiopia “un accesso affidabile, sicuro e sostenibile da e verso il mare”.

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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