SUDAFRICA

Terminate le seconde esercitazioni navali in Sudafrica con Russia e Cina in salsa anti-occidentale

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
2 marzo 2023

Le esercitazioni navali delle marine militari di Sudafrica, Russia e Cina, programmate dal 17 al 27 febbraio, sono terminate. La parte attiva delle manovre militari si è tenuta dal 25 al 27 febbraio con tiri congiunti di artiglieria e manovre tattiche in mare.

Iniziate fra le polemiche, interne ed esterne al Sudafrica, per la partecipazione dell’ex colonia britannica, sono andate avanti con la disapprovazione dell’Occidente. Le date, infatti, coincidevano con il primo anniversario dell’occupazione russa dell’Ucraina.

Le proteste anti russe

L’arrivo della fregata russa Admiral Gorshkov nel porto sudafricano di Richards Bay è stato contestato da un piccolo yacht con bandiera ucraina che affiancava la nave.

Una metafora che ricorda il Davide ucraino e il Golia russo, mentre a Pretoria c’era una manifestazione contro le esercitazioni davanti all’ambasciata russa.

La fregata Admiral Gorshkov della Marina russa

Mosi 2 e i missili ipersonici

L’esercitazione, chiamata Mosi 2, segue la Mosi 1 che si è tenuta del 2019, ma è stata più lunga e con una differenza sostanziale. La Marina militare russa ha voluto mostrare i muscoli: la Admiral Gorshkov era armata con missili ipersonici Zircon.  Il comandante russo, Oleg Gladkiy, ha però affermato che non sarebbero stati utilizzati nelle esercitazioni. Oltre alla fregata la Russia aveva la nave cisterna Kama della Flotta del Nord.

La Cina ha partecipato con il cacciatorpediniere missilistico guidato, Huainan, la fregata Rizhao e dalla nave appoggio Kekexilihu. Le unità navali cinesi avevano appena terminato una missione di scorta nel Golfo di Aden. Il Sudafrica, che ha dichiarato la sua neutralità davanti all’invasione russa dell’Ucraina, ha schierato una fregata Mendi e due navi di supporto e 350 marinai.

Esercitazioni navali Mose 2 nell’Oceano Indiano delle Marine sudafricana, russa e cinese

I muscoli di Putin

L’esercitazione Mosi 2, per Vladimir Putin, è stata l’occasione per mostrare la sua nuova arma. Si tratta di missili ipersonici che viaggiano a una velocità Mach 8-9 (9.800-11.000 Km/h) e raggiungono un’altitudine di 30-40 km.

Durante il volo, a causa dell’attrito, attorno al corpo del missile si crea una nuvola di plasma in grado di assorbire le onde elettromagnetiche. Questa caratteristica renderebbe invisibile ai radar la micidiale arma.

I Zircon possono essere utilizzati da portaerei, fregate, incrociatori e sottomarini nucleari ma anche da terra da sistemi missilistici di difesa costiera. Nei test il missile ha colpito un bersaglio a 500 km di distanza, ma arriverebbe a 1.000 km. È stato usato diverse volte in Ucraina per neutralizzare strutture di rilevanza strategica.

Il Cremlino “vuole punire gli ucraini”

Ma perché Putin ha voluto queste manovre al largo del Sudafrica? Paul Nantulya, dell’Africa Centre for Strategic Studies della National Defence University di Washington lo afferma al South China Morning Post di Hong Kong. “Il Cremlino vuole fondamentalmente dimostrare al mondo che è ancora in grado di condurre relazioni internazionali su larga scala – ha dichiarato lo studioso -. Vuole anche mostrare alcune delle capacità di combattimento utilizzate per punire i cittadini ucraini. E intende distruggere le infrastrutture civili, anche se sembra che queste armi siano state inefficaci da un punto di vista puramente militare”.

Sandro Pintus
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Crediti foto:
– La fregata Admiral Gorshkov della Marina russa
Di Mil.ru, CC BY 4.0, Collegamento

 

 

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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