Massimo A. Alberizzi
28 febbraio 2022
La nostra amica e collega Gail Borgia, che vive e abita in Africa e ha vinto il premio Pulitzer, ci ha segnalato un documentario eccezionale, realizzato dalla casa di produzione Capa, con la partecipazione di France Television, prodotto da Amandine Chambelland. “Wagner, l’esercito ombra di Putin” è un film di Alexandra Jousset e Knenia Bolchakova . Assai interessante e in alcune parti choccante.
Riproponiamo questo interessante documentario investigativo. Non spaventatevi se è un po’ lungo: vi tiene con il fiato sospeso per tutto il tempo. Non è un thriller, ma potrebbe benissimo esserlo.
Proporvi questi video non vuol dire che Africa ExPress sia schierata acriticamente contro i russi e a favore degli americani. In questa sporca guerra scatenata in Ucraina di errori ne sono stati fatti tanti da tutte le parti.
Noi crediamo che il traffico d’armi che ingrassa i bilanci di parecchi i Paesi e i conti personali di molti mercanti di morte senza scrupoli, sia tollerato se non incoraggiato da parecchi leader politici mondiali.
Il reportage mostra la penetrazione dei mercenari russi del gruppo Wagner in Africa: in Centrafrica, in Mali in Libia, in Ciad, in Madagascar e in altri Paesi del continente, oltre che in Siria, dove hanno cominciato la loro attività.
Per la prima volta ci sono interviste inedite a membri di Wagner, alle famiglie dei caduti e immagini altamente significative.
Il reportage rivela anche un particolare che riguarda l’Italia: quando si parla del traffico d’armi organizzato in Madagascar si cita una compagnia mineraria, la Kraoma, che, dopo aver venduto materiale bellico al gruppo Wagner, è stata venduta alla stessa società di mercenari.
L’agenzia Africa Intelligence nel 2010 riporta che una piccola azienda italiana specializzata nel commercio di minerali e nella trasformazione di prodotti industriali si stava interessando all’attività del produttore di cromo Kraomita Malagasy (Kraoma), di proprietà statale. Secondo Africa Intelligence a metà dicembre 2009 la presidente del consiglio di amministrazione della Kraoma, Jeanne Raolimalala, aveva siglato un accordo con la società milanese United Technologies per formare una joint venture chiamata United Chrome, per produrre derivati chimici del cromo malgascio.
Secondo l’agenzia, Jeanne Raolimalala era stata nominata presidente del consiglio d’amministrazione di United Chrome, affiancata da un vicepresidente italiano, Simone Sacco, in rappresentanza di United Technologies. Il direttore generale della nuova joint venture era stato indicato in Michele Franchi, anche lui italiano e il genero dell’ex ministro malgascio dell’Energia, Elisé Razaka, durante la presidenza di Marc Ravalomanana.Poco dopo aver lasciato la società, Michele Franchi sarebbe diventato a console onorario italiano in Madagascar
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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Buona sera, chi non parla francese, dove può trovare una traduzione del video?
Grazie
YouTube tra le opzioni rivede una traduzione simultanea. non è precisa ma serve a capire bene