Sandro Pintus
Firenze, 26 gennaio 2022
Non è arrivata al livello di ciclone ma Ana, tempesta tropicale, ha seminato morte e distruzione sul Madagascar, Mozambico e Malawi.
Ana nasce il 19 gennaio mattina, a 200 km a nord-est del Madagascar e il 22 gennaio tocca le coste della grande isola africana. Con venti tra 100 e 130 km in 30 ore e pesanti piogge semina 46 morti e alluvioni nel centro-nord del Madagascar.
Quando lo lascia riprende la sua micidiale corsa sul Canale del Mozambico e il 24 gennaio arriva sulle coste centrali e settentrionali del Mozambico. Venti tra 90 e 130 km orari soffiano su ottocento chilometri di costa e Ana entra pesantemente nell’ex colonia portoghese.
Le province più colpite sono la Zambesia, Nampula e Niassa. Le violente perturbazioni scaricano 250mm di pioggia in poche ore e si contano almeno 11 morti. Fino ad ora sono state evacuate circa 25 mila persone, corrispondono a oltre 5.500 famiglie.
Nella provincia di Nampula la tempesta tropicale ha distrutto completamente oltre 1.200 edifici e ne ha danneggiati più di 4.300. Tra le strutture colpite ci sono oltre due dozzine di scuole.
La folle corsa di Ana ha toccato anche il Malawi meridionale causando almeno 11 morti ma non si conosce ancora l’entità dei danni. Le previsioni meteo dicono che Ana concluderà la sua corsa distruttiva il 27 gennaio.
Nel marzo 2019 il ciclone tropicale Idai aveva fatto lo stesso percorso ma con la sua forza distruttiva aveva causato oltre un migliaio di morti. Oltre al Madagascar erano stati colpiti Mozambico, Malawi e Zimbabwe.
(ultimo aggiornamento 29 gennaio 2022 alle 17.05)
Sandro Pintus
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