Vaccino BioNTech
Sandro Pintus
Firenze, 10 novembre 2021
Le due aziende biofarmaceutiche dei vaccini a RNA messaggero (mRNA), BioNTech e Pfizer, hanno deciso di iniziare la produzione di sieri in Africa. A fine ottobre hanno siglato un accordo l’Institut Pasteur de Dakar, in Senegal, e con il governo del Ruanda.
“Il nostro obiettivo è quello di sviluppare vaccini nell’Unione africana – ha dichiarato a Reuters Ugur Sahin, amministratore delegato di BioNTech -. Intendiamo iniziare una produzione di vaccini sostenibili per migliorare anche l’assistenza medica in Africa”.
La costruzione del primo impianto è prevista in Ruanda entro la metà del 2022. Avrà una linea di produzione con una capacità di 50 milioni di dosi di vaccino contro la Covid-19. “Il nuovo impianto di produzione potrebbe diventare il primo nodo di una rete decentralizzata – c’è scritto in un comunicato BioNtech -. Una rete che consenta una capacità produttiva annuale di diverse centinaia di milioni di dosi di vaccino mRNA”. Tra gli obiettivi delle due aziende farmaceutiche c’è anche il trasferimento della proprietà e il know-how ai partner africani.
Il progetto di BioNTech e Pfizer non si fermano alla produzione del vaccino anti-Covid. Il piano prevede anche la produzione di un vaccino mRNA per combattere sia la malaria sia la tubercolosi. Queste due patologie sono un flagello per il continente africano. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 2019, l’Africa conta il 94 per cento dei casi di malaria e il 25 per cento tubercolosi.
BioNTech sta anche discutendo un’espansione dell’attuale partnership con Biovac, azienda produttrice di vaccini a Città del Capo, in Sudafrica. Biovac fa parte della rete di produzione di sieri anti COVID-19 di Pfizer-BioNTech.
In Africa solamente il 5 per cento della popolazione è vaccinata contro il Coronavirus. Il dato è confermato da Tedros Adhanom Ghebreyesus direttore generale dell’OMS. Secondo Ghebreyesus, l’accesso ai vaccini prodotti in Africa serve a combattere le disuguaglianze e porre fine alla dipendenza dai Paesi ricchi.
Sandro Pintus
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