Alessandra Ballerini
20 giugno 2021
Manco dall’Isola, ma soprattutto l’isola manca a me da molti mesi. Sono preoccupata ed emozionata. L’isola ospita alcuni dei miei amici più cari, le mie speranze e una parte delle mie paure.
Nell’isola approdano creature in cerca di asilo e protezione, come è loro inviolabile diritto.
Mentre il fondale accoglie altre migliaia di sommersi senza nome né lapide. Solo nel mese di maggio a seguito di sei naufragi sono annegate, prive di soccorso, almeno 640 persone, mentre 10.500 venivano respinte nei primi cinque mesi dell’anno dalla guardia costiera libica, con la complicità italiana, verso i tragicamente noti orrori dei lager libici, per subire nuove torture o essere uccisi.
E proprio oggi L’Unhcr rende pubblico il rapporto annuale Global Trends che, nell’esortare i governi ad essere meno egoisti e a rispettare i diritti umani, informa tutti noi che è salito a 82,4 milioni il numero delle persone costrette a fuggire da guerre, persecuzioni, disastri ambientali (e di questi il 42% minorenni) e che un milione di neonati, nell’ultimo anno, sono venuti al mondo da profughi, con un destino già segnato.
Nell’isola, una gabbia a cielo aperto rinchiude e non accoglie quasi un migliaio di profughi scampati ad ogni orrore tranne che alla feroce ottusità di alcune norme e ordini illegittimi.
Davanti all’isola una nave delle vacanze viene trasformata in una prigione galleggiante per sottoporre i profughi, qui trasferiti con la medesima discrezionale casualità, ad una quarantena sanitaria.
Sull’Isola ognuno può trovare (o perdere) la forza di disobbedire a regole, abitudini e ordini configgenti con tali precetti.
L’isola impone scelte. Anche per questo forse è sempre più difficile trovare parlamentari che abbiano voglia di visitarne le gabbie e conoscere i suoi abitanti e le sue contraddizioni. Oggi come, la scorsa volta, sono qui con il senatore De Falco che, così come gli altri miei compagni di viaggio Paola, Carmelo e Stefano, sa bene cosa vuol dire scegliere e parteggiare.
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