UGANDA

Bracconieri in azione: sei leoni avvelenati e decapitati in parco dell’Uganda

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
24 marzo 2021

I sei felini sono stati trovati decapitati e con le zampe amputate nel Queen Elizabeth National Park, in Uganda, vicino al confine con il Congo-K. Lo scempio sul corpo dei grandi felini è stato fatto dopo averli avvelenati. Anche gli avvoltoi che si stavano nutrendo delle carcasse sono stati trovati morti.

Mentre l’Uganda Wildlife Authority (UWA) afferma di “non poter escludere il traffico illegale di animali selvatici”, sono state aperte le indagini per capirne le dinamiche.

Leonessa su albero nel Queen Elizabeth National Park, Uganda

Il turismo ambientale copre il 10 per cento del PIL

Bashir Hangi, responsabile delle comunicazioni dell’UWA: “Sono rattristato per la morte dei leoni. Il turismo nella natura è una parte importante dell’economia dell’Uganda. Contribuisce per circa il 10 per cento del suo PIL e svolge un ruolo fondamentale nella conservazione degli animali”.

La decapitazione dei leoni e l’amputazione degli arti indicano che possano essere opera dei bracconieri. Zampe e testa dei felini sono parti ricercate sul mercato asiatico, le prime per la medicina tradizionale cinese e del sudest asiatico.

La testa, se non vengono estratti i denti e altre parti, può essere venduta come trofeo per addobbare le case dei ricchi individui senza scrupoli. Un business miliardario che arricchisce le mafie asiatiche. Il leone è uno degli animali oggi utilizzato come rimedio nella medicina tradizionale cinese in sostituzione della tigre ormai difficile da trovare.

Difficile convivenza tra fauna selvatica e popolazione umana

I leoni di questo parco hanno una caratteristica: si sanno arrampicare sugli alberi per riposarsi. Un comportamento insolito che li rende speciali. Il parco, quasi 2.000 kmq, é un luogo ricco di fauna che ospita quasi 100 specie di mammiferi e oltre 600 specie di uccelli.

Mappa dell’Uganda. nel pinto rosso il Queen Elizabeth National Park (Courtesy GoogleMaps)

Ma la guerra ai leoni non è stata dichiarata solo dai cacciatori di frodo. Viene praticata anche dalle etnie di allevatori di bestiame che si trovano sempre più a contatto diretto con questi predatori. L’habitat del grande felino si restringe mentre si allargano i pascoli per il bestiame allevato dagli umani. Un problema comune in tutto il continente africano che rende difficile la convivenza tra popolazione umana e animali selvatici.

Il micidiale veleno “due passi”

Non è la prima volta che i leoni vengono avvelenati. Il “two steps” (due passi) e il veleno maggiormente usato. Bastano pochi passi e il felino cade morto stecchito dopo aver mangiato le carni contaminate. È un insetticida della Bayer: Aldicarb, conosciuto anche come Temik. È uno dei pesticidi più usati a livello internazionale e uno dei più tossici a livello ambientale. Il suo utilizzo ha portato all’avvelenamento irreversibile di terreni agricoli fertili.

Andando indietro nel tempo undici leoni sono stato trovati morti nel mese di aprile del 2018. Tra questi anche otto cuccioli. Nel 2010 sono stati trovati morti cinque leoni. In ambedue i casi la morte era dovuta a un sospetto avvelenamento.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
@sand_pin

Crediti immagini:
– Leonessa su albero al Queen Elizabeth National Park, Uganda
Di Cody Pope Opera propria  CC BY-SA 3.0,

 

 

 

 

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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