Sandro Pintus
Firenze, 9 aprile 2020
Mentre il pianeta è nella morsa della pandemia da Covid-19, dopo Asia, Europa, Americhe e Australia, l’Africa sta iniziando ad affrontare il Coronavirus. Ma si trova in maggiore svantaggio rispetto ai Paesi che stanno contrastando l’infezione o, come la Cina, ne sono quasi usciti. Nel momento in cui scriviamo, in Africa – secondo dati OMS-WHO – ci sono 7.671 casi confermati di Coronavirus. Il Sudafrica è la nazione maggiormente colpita con 1.749 contagi e 13 decessi.
Non solo strutture sanitarie moderne inesistenti e metropoli sovrappopolate, mancanza di informazioni su come difendersi, carenza di acqua pulita e povertà estrema. Il grande Continente nero deve lottare – ancora – contro gli eserciti di locuste del deserto. A febbraio erano oltre 100 miliardi le cavallette che stavano divorando l’Africa orientale e tra insetticidi e fine del loro ciclo vitale, c’era speranza di una tregua.
Secondo dati dell’Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), aggiornati al 4 aprile, c’è stato un peggioramento di una situazione già tragica. La causa sono state le piogge abbondanti cadute a fine marzo sul Corno d’Africa. Hanno permesso la schiusa delle uova e l’abbondante nutrimento delle ninfe con vegetali freschi che ha fatto crescere rapidamente gli ortotteri.
Tra poco un’altra generazione di cavallette sarà pronta per una nuova pesante fase aggressiva. Durante i prossimi mesi è previsto un drammatico aumento del numero delle locuste in Africa orientale, Yemen orientale e Iran meridionale.
La FAO definisce la situazione nell’Africa orientale “estremamente allarmante”. Si stanno formando bande di cavallette e un numero crescente di nuovi sciami in Kenya, Etiopia meridionale e Somalia. In questi tre Paesi ci sono almeno 12 milioni di persone a rischio fame. E altrettante, con problemi di sottonutrizione, in quelli confinanti toccati dalle fameliche invasioni degli ortotteri nei mesi scorsi.
“Una minaccia senza precedenti per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza” – afferma la FAO. ”Coincide con l’inizio delle lunghe piogge e la stagione della semina. Sebbene siano in corso operazioni di controllo a terra e aeree, permetteranno ai nuovi sciami di rimanere, maturare e deporre uova. Alcuni sciami potrebbero spostarsi dal Kenya all’Uganda, al Sud Sudan e all’Etiopia.
Ma, purtroppo, il peggio deve ancora arrivare. “Nel mese di maggio, le uova si schiuderanno” – dice la FAO. “Queste formeranno nuovi sciami a fine giugno e luglio, periodo che coincide con l’inizio dei raccolti”. E questi verranno divorati da miliardi di cavallette togliendo il cibo alle comunità umane.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Crediti foto:
– Locusta del deserto (Schistocerca gregaria)
Di Christiaan Kooyman – Opera propria, Pubblico dominio, Collegamento
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