Sandro Pintus
Firenze, 1° marzo 2020
Pochi sanno che soprattutto nell’area sud-orientale dell’Uganda hanno una pietanza che si chiama “nsenene”. Nsenene significa cavalletta e da tempo immemorabile è una preziosa fonte di proteine e, forse, viene mangiata per vendetta verso chi divora il cibo umano. La cavalletta, nell’ex colonia britannica, viene comunque gustata con piacere.
Le locuste si possono mangiare crude e cotte, lesse o fritte, infilate in spiedino e arrostite. Vengono preparate anche come hamburger o mescolate con pollo, manzo e verdure. Ma anche, e forse soprattutto, apprezzate come croccanti snack da mangiare davanti alla TV. Oppure mentre si passeggia come faremmo noi con un cartoccio di olive ascolane, polenta fritta o di caldarroste.
Si trovano, fritte, in vendita al mercato dove è possibile acquistare il contenuto di un bicchiere per 500 shellini ugandesi (0,12 euro). Ma ci sono anche cavallette confezionate speziate o piccanti. Esiste anche il Nsenene Pizza Festival dove vengono proposte le cavallette in diverse preparazioni. Gli ugandesi dicono che “questa prelibatezza sarà presto inclusa nel menu dei ristoranti di fascia alta”.
Chi ha provato a degustare le cavallette dice che il sapore non è male. C’è chi afferma che il loro gusto è simile ai pomodori secchi e chi dice che somigliano ai popcorn. Chi racconta che sanno di pelle di pollo croccante, chi di patatine fritte o che sembrano gamberetti. Per prepararle alla cottura è semplice: lavarle e staccare ali, zampe e metterle in pentola o in padella.
In Uganda, aprile, maggio, giugno, ottobre e novembre sono i mesi delle cavallette. Quest’anno invece sono arrivate con qualche mese in anticipo e in grandi quantità. Intanto nel Parlamento ugandese si sta discutendo se utilizzare i pesticidi per la lotta alle locuste. Mentre il governo afferma che le sostanze chimiche utilizzate, tra cui piretroide e fenitrothion, si biodegradano in sette ore, l’opposizione non si fida. Chiede prove e il dibattito va per le lunghe.
Allora i cacciatori ugandesi di cavallette, attraverso la loro associazione, la Old Masaka Basenene Association Limited (OMBAU), hanno fatto una proposta al ministro dell’Agricoltura. Sono in 500 e chiedono di unirsi alla lotta contro i dannosi ortotteri che hanno invaso il Paese e distrutto i raccolti. Si evita così l’uso di insetticidi pericolosi per l’ambiente e si dà la possibilità di avere un prodotto utile per il consumo umano. Chissà se arriverà una risposta.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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