Manuel Chang a giudizio a Johannesburg
Sandro Pintus
Firenze, 17 luglio 2019
L’ex ministro delle Finanze mozambicano, Manuel Chang, indagato per corruzione, non sarà più estradato a Maputo. La decisione di bloccare l’estradizione del politico è stata presa da Ronald Lamola, neo ministro della Giustizia del Sudafrica.
Una decisione che azzera quella di Michael Masutha che l’ha preceduto, presa alla fine di maggio scorso. Masutha aveva disposto l’estradizione verso il Mozambico affinché venisse processato nel suo Paese.
Il motivo del rifiuto di Lamola all’estradizione di Manuel Chang è semplice: in Mozambico l’ex ministro gode ancora dell’immunità. “L’estradizione di Chang non sarà consentita fino a quando la sua immunità non verrà revocata e le accuse non saranno presentate” – ha detto il ministro.
“Tutti devono essere uguali davanti alla legge” ha dichiarato Ronald Lamola fresco di nomina nella sua prima intervista televisiva alla SABC, l’emittente pubblica sudafricana. La dichiarazione del nuovo titolare sudafricano del ministero della Giustizia pare quindi valida anche per il politico mozambicano.
Manuel Chang era stato arrestato dall’Interpol nel dicembre scorso, all’aeroporto di Johannesburg, su richiesta USA con l’accusa di frode a cittadini americani. Il Mozambico, subito dopo, ne aveva chiesto l’estradizione. Lo vleva a giudizio per aver firmato illegalmente la garanzia del prestito di 1,9 miliardi di euro per il Credit Suisse.
L’importo, che doveva servire per l’ampliamento della flotta dell’azienda pubblica mozambicana Ematum (oggi Tunamar) per la pesca del tonno, è stato invece utilizzato per l’acquisto di navi militari. Un’operazione che ha portato 190 milioni di euro nelle tasche dell’ex ministro e di altre quattro persone.
La decisione presa dal nuovo ministro della Giustizia sudafricano fa tremare le alte sfere mozambicane. Infatti, quando Chang era ministro delle Finanze, Armando Guebuza era il Capo dello stato (fino al 2015) e l’attuale presidente della Repubblica, Filipe Nyusi, era ministro della Difesa.
Secondo gli osservatori, un processo in Mozambico coprirebbe le probabili implicazioni di alcuni membri anziani del partito Frelimo, al potere dal 1975. E gli Stati Uniti lo vogliono. Un processo negli USA farebbe emergere anche le responsabilità di altri politici mozambicani. Esattamente ciò che Maputo vuole evitare.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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