Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
16 gennaio 2018
La polizia keniota ieri sera aveva appena annunciato che il complesso edilizio che ospita oltre a uffici, banche e negozi prestigiosi anche il ristorante più alla moda di Nairobi, il tailandese Secret Garden, e il lussuoso albergo Dusit D2, che dalla terrazza dell’edificio dell’hotel sono partite alcune raffiche di mitra. Gli agenti quindi non erano per niente in controllo della situazione.
Infatti, alcune camionette cariche di militari che si erano appena allontanate dal luogo dell’attentato sono rientrate immediatamente.
Anche sui numero delle vittime c’è una forte discrepanza. Ufficialmente ci sono 6 morti ma gli shebab, gli islamici basati in Somalia che hanno rivendicato l’attacco, sostengono di aver ucciso 47 persone. Riscontri attendibili, per altro non confermati, parlano invece di almeno 60 morti.
Una cifra comunque abbastanza credibile se si paragona quello di ieri all’attacco lanciato dei terroristi contro il centro commerciale Westgate, il 23 settembre 2013 .
Il copione messo in scena ieri sembra incredibilmente identico: un commando entra in un edificio affollato, spara all’impazzata facendo più morti possibile e poi si barrica dentro – in attesa – ingaggiando schermaglie con la polizia prima di essere ammazzato.
Qualcuno degli scampati alla tragedia, dopo essersi messo in salvo, ha raccontato di aver visto uccidere a sangue freddo, e senza alcuna misericordia, persone che imploravano pietà.
Ieri pomeriggio le ambulanze hanno fatto la spola con gli ospedali di Nairobi che hanno lanciato un appello per raccogliere sangue.Una compagnia di radio taxi ha offerto passaggi gratis ai donatori. Tutta la notte un elicottero ha volteggiato sul luogo dell’attentato. Segno che i terroristi sono ancora là dentro.
L’attacco di ieri è stato lanciato dagli Shebab nell’anniversario dell’assalto alla base keniota di El Adde in Somalia, che costò la vita ad almeno 200 soldati della guarnigione.
Massimo A. Alberizzi
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