Andrea Spinelli Barrile
Maratea, 8 agosto 2018
Il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali previste nel dicembre 2018.
La decisione, decisamente inattesa e che per molti rappresenta un punto di svolta nella vita politica congolese (al netto di ciò che realmente Kabila vorrà fare) e forse chissà anche un segnale di cambiamento, è stato dato dal portavoce del governo Lambert Mende al termine di una riunione tra Kabila e i membri della coalizione di governo: “Il presidente Kabila ha mantenuto la sua promessa”, ha detto Mende. Kabila, che tentennava nel silenzio sull’eventuale corsa per un terzo (incostituzionale) mandato, ha scelto per la successione Emmanuel Shadary Ramazani, segretario permanente del PPRD (Parti du peuple pour la reconstruction et la démocratie), il partito fondato proprio dal giovane Kabila nel 2002.
Le elezioni, in realtà, si sarebbero dovute svolgere già due anni fa, nell’autunno/inverno 2016, ma proprio Kabila aveva deciso di rinviarle “a data da destinarsi” provocando un’ondata di indignazione popolare che non si è mai sopita ed anzi è andata velocemente crescendo. Lo scontro, fisico, ideologico e politico, aveva spinto il presidente uscente a mettersi in aperto contrasto persino con la Chiesa cattolica, che in RDC ha un peso considerevole in termini di influenza.
Il successore di Kabila, Shadary Ramazani, ha 58 anni ed è stato nominato segretario del partito nel febbraio 2018: leale sostenitore di Kabila padre, prima, e Kabila figlio, poi, è nato a Kabambare, nella provincia di Maniema (di cui è stato governatore), è laureato in Scienze Politiche ed amministrazione all’Università di Lubumbashi e dopo una breve esperienza nel settore privato nel 1997 è diventato vice-governatore del Maniema sotto il regime di Kabila padre (Laurent-Désiré, nda), che lo ha nominato governatore nel 1998. Il successore, il figlio Joseph Kabila, ne ha rinnovato la nomina nel 2001 e lo ha poi incluso nel governo.
Come responsabile della polizia e dei servizi si sicurezza è considerato dall’Unione Europea come responsabile degli arresti di attivisti e membri dell’opposizione, dell’uso sproporzionato della forza da parte della polizia. Eventi drammatici come la repressione di Kinshasa del gennaio e del febbraio 2017, la repressione nel Kasai, le violazioni dei diritti umani contro il movimento religioso Bundu dia Kongo sono direttamente riconducibili al suo potere politico e a una sua diretta responsabilità, ragion per cui non può mettere piede nel territorio dell’Unione Europea (rischia l’arresto). In Europa ha inoltre subito il congelamento di beni mobili e immobili in forma di sanzioni economiche proprio per le responsabilità dirette nelle violenze contro i civili congolesi negli ultimi anni.
La nomina di Shadary Ramazani è, nonostante tutto, una sorpresa, come parimenti lo è stata la nomina in Angola di João Lourenço come successore di Eduardo Dos Santos, molto simile nei connotati politici.
Andrea Spinelli Barrile
aspinellibarrile@gmail.com
twitter @spinellibarrile
Dalla Nostra Corrispondente Elena Gazzano Città del Capo, 18 maggio 2024 Nel cuore pulsante di…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 17 maggio 2024 Lo stato d’animo degli avvocati…
Speciale per Africa ExPress Alessandra Fava16 maggio 2024Ferruccio Sansa, consigliere regionale all’opposizione, è stato candidato alla…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 15 maggio 2024 L’ex ministro degli Interni del…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 14 maggio 2024 L’arresto di Sonia Dahmani, legale…
EDITORIALE Federica Iezzi 14 maggio 2024 E’ incredibilmente sprezzante come la gerarchia tra vittime…