Chis Msengo, l'ingegnere informatico assassinato
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 31 luglio 2017
Avrebbe dovuto garantire il corretto svolgimento delle elezioni generali in Kenya, previste per l’8 agosto, invece è stato rapito e ammazzato dopo essere stato torturato e mutilato. Il corpo di Chris Msando, l’ingegnere informatico vicecapo della commissione elettorale e responsabile dell’organizzazione elettronica delle elezioni, è stato trovato con diverse ferite sul corpo e un profondo taglio sulla testa. Un braccio sarebbe stato staccato, ma la notizia, diffusa dal quotidiano The Star, non è stata confermata.
All’obitorio le autorità hanno fatto entrare solo un paio di giornalisti. All’uscita hanno raccontato che dalle orecchie e dal naso dell’ingegnere assassinato erano usciti fiotti di sangue rappreso, evidente segno di tortura. Impronte martoriavano i polsi, che dovevano essere stati legati ben stretti. “Non c’è dubbio che Msando (che era scomparso venerdì scorso, ndr) è stato torturato”, ha conferato il capo della Independent Electoral and Boundaries Commission, Wafuka Chebukati.
Chris Msando era responsabile dei dati di tutto il corpo elettorale, incluso il Kenya Integrated Management System, il cuore del processo elettorale keniota perché comprende la verifica degli aventi diritto al voto, della loro identità e la trasmissione dei risultati. Insomma nelle sue mani c’era l’intero processo di calcolo elettronico.
Ma ci sono circostanze poco chiare che gli inquirenti stanno cercando di precisare. Il corpo è stato portato all’obitorio sabato, cioè meno di 24 ore dalla scomparsa, ma nessuno l’ha riconosciuto fino a stamattina.
Oscar Awiti, cugino dell’esperto in informatica, ha raccontato ai giornalisti: “Chris è stato ucciso venerdì notte, ed è stato portato all’obitorio alla mattina di sabato. Quando noi siamo stati avvertiti lunedì e l’abbiamo visto, sulle ferite da taglio sul suo corpo non c’era alcun segno di sangue”. Dichiarazione che si scontra con quelle dei giornalisti qualche ore prima.
Wafula Chebukat, il presidente della Commissione elettorale ha chiesto al governo di spiegare quello che è successo e garanzie che sia assicurata l’incolumità di tutti coloro che lavorano all’importante scadenza della prossima settimana
Nel dibattito e nelle polemiche scatenate dall’omicidio, è intervenuta anche Amnesty International. Abdullahi Halakhe, ricercatore keniota dell’organizzazione ha ammonito: “Il governo del Kenya deve assicurare elezioni libere, democratiche e trasparenti. Agli elettori deve essere assicurato il diritto di votare senza intimidazioni, minacce e violanze”.
Massimo A. Alberizzi
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