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La Corte costituzionale del Kenya boccia la legge antiterrrismo

Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 23 febbraio 2015

La Corte costituzionale del Kenya ha annullato otto clausole della controversa legge antiterrorismo che era stata approvata dal parlamento nel dicembre scorso. In particolare sono state cancellate quelle norme che mettevano il bavaglio alla stampa e che fissava a 150 mila il numero dei richiedenti asilo nel Paese.

Sono invece state considerate costituzionali altre norme come quella che autorizza la polizia a effettuare operazioni coperte o quella che consente di tenere in stato di arresto per più di 24 ore e senza formulare accuse precise, chiunque sia sospettato di terrorismo.

Il governo aveva sostenuto quella legge, necessaria per combattere le attività sovversive degli shebab, gli islamisti somali legati ad Al Qaeda, che nel settembre 2013 hanno colpito al cuore il Kenya e la sua capitale Nairobi con l’assalto al centro commerciale Westgate. Ufficialmente i morti furono “solo” 67, mentre, a detta degli esperti, se ne contarono molti di più.

L’opposizione del CORD (Coalition for Reform and Democracy), guidata da Raila Odinga, aveva contestato la legge, sostenendo che violasse le libertà civili fondamentali, cardine del sistema democratico in Kenya. Odinga si è congratulato con la Corte: “Ha impedito che il Kenya diventasse uno Stato di polizia”. In particolare Odinga ha apprezzato la cancellazione delle norme sull’informazione. I giudici “hanno rispettato il principio della libertà di stampa che non può essere violato per nessun motivo”.

Tra l’altro la decisione della Corte cade in un momento in cui in Kenya sono state cancellate tutte le televisioni private chiuse perché non hanno adeguato le apparecchiature e non sono riuscite a passare dall’analogico al digitale alla data prevista la settimana scorsa.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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