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Città del Capo: chiusa dopo due giorni la moschea che ospitava donne e gay

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Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 settembre 2014
E’ stata inaugurata solamente venerdì scorso a Cape Town (Sudafrica) la moschea aperta alle donne, ai gay: oggi è stata chiusa. Secondo un componente della giunta municipale  della città, Ganief Hendricks, il fondatore e ideatore del nuovo progetto, Taj Hargey,  non avrebbe rispettato alcune ordinanze. “Per un luogo di culto – precisa Hendricks –  sono previsti almeno dieci parcheggi. Qui non c’è nemmeno uno. Inoltre, Hargey ha trasformato un magazzino in una moschea senza chiedere il cambiamento di destinazione d’uso. Per preparare tutta la documentazione ci vogliono anche sei mesi. Non stiamo facendo una caccia alle streghe, i regolamenti vanno rispettati, anche per garantire la sicurezza delle persone che frequentano la moschea”.

Hargey è di tutt’altro avviso: “Chiudere la moschea non è stato un atto saggio. Avremmo potuto dare una mano per combattere il radicalismo islamico”. E aggiunge: “Siamo stati molto criticati dalla comunità islamica locale e ora anche dagli organi comunali. Perché hanno tanta paura? Perché vogliono intimidirci? Questa doveva essere una moschea per la parità dei generi. Tutti devono aver l’opportunità di pregare qui: le donne, gli uomini, senza distinzione delle preferenze sessuali”.

Hargey precisa ai reporter della BBC: “ Qui in Sudafrica vige la libertà di religione e di espressione. Questo non è un luogo di culto  per i gay, ma ognuno deve essere libero di rivolgere le sue preghiere dove e quando vuole, anche in una moschea e questa, in particolare, è libera ed indipendente e rimarrà tale”.

Hendricks sottolinea: “Hargey è troppo emotivo, ci sono molti consiglieri e componenti della giunta che sono di religione islamica, pronti a difenderlo, ma qui si tratta di salvaguardare la salute e la sicurezza di coloro che frequenteranno questa moschea. Non è stata chiusa perché aperta anche alle donne, ai gay, bensì perché non sono state rispettate le leggi, le ordinanze comunali”.

Hargey conclude con queste parole: “Questa moschea si basa su quella antica di Medina, concepita con una sola porta, dalla quale uomini e donne entrano insieme”.  E precisa: “Voglio stare accanto a mia moglie, mia madre, mia sorella, mia figlia mentre prego. Non esistono cittadini di serie a e di serie b. Se possono pregare insieme durante l’haj (il pellegrinaggio islamico alla Mecca, ndr) , perché non possono farlo insieme in tutte le moschee del mondo”?

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

Nella foto in alto la moschea, in basso Taj Hargey. Taj Hargey è un famoso teologo islamico progressista che insegna all’università di Oxford

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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