Nostro Servizio Particolare Cornelia I. Toelgyes 25 marzo 2014 Ieri l’UNICEF aveva diffuso la notizia che il terribile virus ebola aveva fatto il suo ingresso anche a Conakry, la capitale della Guinea, uccidendo due persone. Ed è solo di poche ore fa la smentite del capo della divisione prevenzione del Ministero della sanità e dell’igiene pubblica della Guinea, Sakoba Keita: “Appena adesso l’Istituto Pasteur di Dakar mi ha fatto avere le prime analisi dalle quali si evince che i casi segnati a Conakry non erano stati colpiti da ebola, bensì di una febbre emorragica la cui causa è ancora da determinare”.
Ebola è un microrganismo dalla famiglia dei filovirus. A sua volta il virus è suddiviso in quattro sottotipi che prendono in nome dalla zona dove sono stati identificati la prima volta: Zaire, Sudan, Costa d’Avorio e Reston. L’incubazione della malattia è di 7-10 giorni, poi esplode con febbre acuta, cefalea, mialgia, stato di progressiva spossatezza, associata ad esantema, shock e manifestazioni emorragiche cutanee e mucose.
La cura è solo sintomatica e la mortalità è tra l’ottanta e il novanta percento. La trasmissione avviene tramite contatti umani e da siringhe e aghi infetti. L’ebola non era mai stata identificata in Guinea. Negli ultimi anni è stata riscontrata solamente in Uganda, Congo (RDC), Sud Sudan e nel Gabon. Questa volta, a uccidere, non sono state né bombe, né armi, nemmeno la fame, bensì un terribile virus. In Africa la morte è sempre in agguato, i killer hanno molti nomi in questo continente. Questa volta si chiama ebola.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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