Massimo A. Alberizzi
28 dicembre 2013
Continuano gli scontri in Sud Sudan. La città di Bor, che era stata catturata dalle forze di Riek Machar, comandate dal generale Peter Gadet Yak, un vecchio ribelle che negli ultimi trent’anni ha cambiato alleanze numerose volte, è stata ripresa dai governativi. Ma Riek Machar non si è arreso e ora il capoluogo del Jonglei State è circondata dai suoi uomini, che promettono di riprenderla nelle prossime ore.
Migliaia di giovani fedeli a Riek Machar, secondo fonti governative, stanno dirigendosi verso Bor per assalire la città.
Mentre il presidente Salva Kiir, ha dichiarato pubblicamente di accettare una tregua immediata e di negoziare senza condizioni con il suo antagonista, Machar ha detto che le trattative possono cominciare senza la tregua a patto che vengano rilasciati gli undici dirigenti dell’SPLA arrestati a metà dicembre, accusati di aver partecipato a un colpo di Stato che, a quanto ormai appare chiaro, non è mai stato organizzato.
Due degli arrestati, stretti alleati di Riek Machar, sono stati comunque già rilasciati: sono Deng Deng Akon, capo della sua segreteria, e Peter Adwok, ex ministro dell’educazione superiore. Sembra un gesto distensivo del governo per tendere la mano ai ribelli. Il governo, tra l’altro sostiene di aver sospeso le operazioni militari per ricatturare Bentiu, la capitale dell’Unity State.
Continua ancora la battaglia per il controllo di Malakal, il capoluogo dell’Upper Nile State, la ricchissima regione piena di pozzi di petrolio, mentre sono arrivati i rinforzi di casci blu provenienti dalla missione dell’ONU in Congo-K. Il loro compito è quello di proteggere i civili (sono quasi 100 mila) che si sono rifugiati nelle basi delle Nazioni Unite sparse in tutto il Paese.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
Nella foto in alto Salva Kiir, in basso Riek Mahar
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