Massimo A. Alberizzi
12 agosto 2013
Dall’inizio dell’anno nell’est Darfur due tribù arabe, i rezegat e i maaliya, fino a poco tempo fa alleate contro i ribelli darfuriani di origine africana, si combattono per il controllo delle terre e delle risorse. L’ultima battaglia è cominciata venerdì e ha provocato almeno cento morti. Questa volta sono stati i rezegat ad attaccare per primi, nel tentativo di cacciare i maaliya da una fetta di territorio che rivendicano come propria. L’ha confermato, al telefono con l’agenzia Reuters, Aydan Abu Bakr, uno dei portavoce dei rezegat, secondo cui “noi abbiano avuto 41 morti e 90 feriti, mentre i nostri nemici hanno perso 70 uomini”.
Le tribù arabe negli anni scorsi sono state armate e organizzate dal governo di Khartoum il cui presidente Omar Al Bashir è ricercato dal tribunale penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità e genocidio. I leader sudanesi intendevano bloccare l’insurrezione delle tribù non arabe e di origine africana, cominciata nel 2003, secondo cui il governo centrale non si era mai curato abbastanza del Darfur e dei suoi abitanti.
La ribellione non è stata domata e la regione è ancora nel caos. In compenso ora gli arabi si combattono tra loro e questa guerra ha provocato dall’inizio dell’anno almeno 500 morti. In gennaio e febbraio i rezegat e i maaliya si sono affrontati per la prima volta per il controllo di una miniera d’oro in nord Darfur. Da quel momento c’è stato un crescendo di scontri.
Massimo A. Alberizzi
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