Una ventina di morti – ma il bilancio rischia di aggravarsi perché ci sono decine di feriti alcuni gravissimi – sono il risultato dell’attacco ieri mattina al tribunale di Mogadiscio lanciato da un gruppo di Shabab, i fondamentalisti islamici somali. “Almeno sei terroristi – ha raccontato un testimone sentito al telefono da Africa ExPress – sotto le uniformi di soldati dell’esercito regolare, portavano giubbotti esplosivi e si sono fatti saltare appena entrati nell’edificio. Altri, tre o quattro, hanno cominciato a sparare all’impazzata contro i poliziotti di guardia, uccidendone una dozzina”.
Il resto dei morti sono civili. Tra loro anche due turchi di un’organizzazione umanitaria: erano a bordo di un camioncino con alcuni compagni e sono passati davanti alla palazzina al momento dell’attacco.
“Sarà un miracolo se il numero delle vittime sarà contenuto a due o tre decine – ha raccontato un diplomatico contattato a Mogadiscio -. Per fortuna non c’erano udienze e anche questo ha limitato i danni. Il selciato comunque è ricoperto da un tappeto di bossoli. La potenza di fuoco è stata tale da pensare a una strage assai più ampia”. Non si sa se tra le vittime ci siano giudici, però è certo che ci sono impiegati del palazzo di giustizia
Mentre al tribunale infuriava la battaglia, un autobomba scoppiata a poche centinaia di metri di distanza rallentando la corsa dei soldati ugandesi del contingente dell’Unione Africana che stavano portando rinforzo alla polizia.
Gli shebab, i terroristi somali legati ad Al Qaeda, hanno rivendicato l’attacco. Il gruppo fondamentalista negli ultimi mesi ha subito gravi perdite ed è stato cacciato da alcune sue roccaforti, ma è ancora in grado di attaccare con sanguinose operazioni mordi è fuggi come questa di stamattina postazioni governative che rivestono anche un significato simbolico, come il tribunale.
Massimo A. Alberizzi
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