Caschi blu bengalesi uccisi in Sudan
Cornelia I. Toelgyes
15 dicembre 2025
Alcuni giorni fa le Rapid Support Forces, capitanate da Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemetti, sono stati accusati di aver bombardato la base logistica dell’UNISFA (United Nations Interim Security Force for Abyei) a Kadugli (capoluogo del Kordofan meridionale). Durante l’attacco sono morti sei caschi blu bengalesi, altri otto sono stati feriti, tra loro due in modo grave.
Il mandato di UNISFA è appena stato rinnovato, a fine novembre, dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, per un altro anno. La missione per il mantenimento della pace è stazionata Abyei, zona contesa tra il Sudan e il Sud Sudan. I caschi blu si trovano nell’area del 2011 con oltre 4.000 uomini per proteggere la popolazione civile.
Il Consiglio di sicurezza aveva preso la decisione di inviare i caschi blu nell’area di Abyei, zona ricca di risorse minerarie, perché era stata teatro di violenti scontri che avevano costretto oltre 100.000 persone ad abbandonare le proprie case.
Abyei è una distensione di 10.000 chilometri quadrati nel cuore del bacino petrolifero del Nilo ed è stato uno dei punti più discussi durante divisione tra Sudan e Sud Sudan nel 2011. Da allora, l’area viene monitorata da UNISFA.
L’equilibrio della zona resta a tutt’oggi molto fragile. La guerra in Sudan tra le RSF e SAF (Forze Armate Sudanesi), capeggiate dal al-Burhan, de facto presidente del Paese, iniziata nell’aprile 2023, ha riacceso le tensioni con il Sud Sudan, politicamente sempre meno stabile. Tale situazione ha continuato a ostacolare qualsiasi progresso per quanto riguarda Abyei.
Ieri UNISFA ha evacuato dalla base le salme e i feriti. Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, ha condannato domenica la micidiale e vile aggressione ai caschi blu.
Pochi giorni prima le RSF hanno preso il controllo del più grande giacimento petrolifero del Paese, situato a Helig. La piccola città si trova nel bacino di Muglad, al confine tra il Kordofan meridionale e lo Unity State del Sud Sudan.
Sta di fatto che con la conquista di Heglig, le RSF ora controllano l’intero Kordofan meridionale e continuano a guadagnare terreno in una zona strategica parte vitale dell’economia sudanese e sud sudanese.
Dopo aver conquistato el- Fasher nel nord Darfur, l’attenzione delle RFS, anche grazie al sostegno della fazione del Movimento di Liberazione Popolare Sudanese-Nord (SPLM-N) guidata da Abdelaziz al-Hilu, è rivolta al Kordofan – regione confinante con il Darfur – ricca di oro, quasi certamente esportato negli Emirati Arabi Uniti, e petrolio.
Abu Dhabi ha sempre negato di sostenere i paramilitari di Hemetti, eppure prove evidenti dimostrano il contrario. Basti pensare ai mercenari colombiani, assoldati da una società riconducibile agli EAU, armi sofisticate cinesi, acquistati dal governo emiratino e poi trasferiti alle RSF. Una denuncia in tal senso è contenuta anche in un rapporto di Amnesty International dello scorso maggio.
Cornelia Toelgyes
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