MOZAMBICO

Regno Unito e Olanda escono dal progetto super-miliardario del gas di TotalEnergies in Mozambico

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
4 dicembre 2025

Regno Unito e Olanda hanno deciso di abbandonare il progetto miliardario gestito da TotalEnergies. Londra si era impegnata per un finanziamento di 1,1 miliardi di dollari (circa 950 milioni di euro).

L’interruzione del sostegno finanziario approvato nel 2020, era garantito dalla UK Export Finance (UKEF), dipartimento ministeriale del governo del Regno Unito. La decisione è stata comunicata il 1° dicembre scorso al Parlamento di Londra.

Anche l’Olanda, con l’annuncio del ministro delle Finanze Eelco Heinen, ha confermato l’uscita dal progetto TotalEnergies, anche su pressione dell’opinione pubblica. La sua quota era di 640 milioni di dollari (circa 550 milioni di euro).

Perché Londra e Amsterdam escono

Il progetto, nell’Area 1, per l’estrazione del gas naturale a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, ha un valore di 20 miliardi di dollari.

Rendering del progetto gestito da TotalEnergies

Le ragioni della decisione dello stop è l’insicurezza dell’area e i rischi associati al progetto. In particolare la violenza armata jihadista nel maggio 2021 a Palma (1.400 morti) che hanno portato la multinazionale francese, TotalEnergies, a fermare i cantieri. Gli attacchi dello Stato islamico (IS-Mozambico) sono aumentati dopo la fine della missione SAMIM, gestita dalla Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC).

Il progetto va avanti

“Il governo non è ancora stato informato ufficialmente in merito”, ha dichiarato ai media Inocêncio Impissa, portavoce del Consiglio dei ministri. Intanto Maputo, nonostante le decisioni di Londra, ha confermato la continuazione del “progetto gas”. TotalEnergies ha 30 giorni di tempo per presentare il programma di ripresa delle operazioni.

Accuse pesantissime

Il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (ECCHR), lo scorso 17 novembre, in Francia ha presentato denuncia penale contro TotalEnergies. Le accuse sono: complicità in crimini di guerra, tortura e sparizioni forzate in Mozambico.

La denuncia è stata presentata al Procuratore nazionale antiterrorismo francese. Riguarda le violenze dei militari mozambicani contro i civili durante l’occupazione jihadista di Palma nel 2021. Queste violenze sono conosciute come il “massacro dei container”. I soldati avrebbero arrestato, torturato e ucciso civili nei cantieri di gas di TotalEnergies.

Secondo l’ECCHR TotalEnergies ha sostenuto consapevolmente un’unità militare con storia di violazioni dei diritti umani. Ha, infatti, fornito ai soldati alloggio, cibo e attrezzature.

Cabo Ligado, sito collegato ad ACLED, ONG che monitora le guerre, scrive che ECCHR ha ottenuto documenti che dimostrano che la major francese era a conoscenza dei violenti abusi commessi per garantire la propria sicurezza. Quindi, TotalEnergies e i suoi dirigenti, devono essere ritenuti responsabili per aver permesso questi crimini.

Il presidente mozambicano smentisce

“La Commissione nazionale per i diritti umani ha visitato Cabo Delgado e non ha trovato prove a sostegno delle accuse”. – Queste le dichiarazioni del presidente mozambicano, Daniel Chapo. Il capo dello Stato ha negato le accuse di violazioni dei diritti umani associate al progetto e giudica false le affermazioni delle organizzazioni internazionali.

Il dossier “Dall’eldorado del gas al caos” di Amici della Terra

Pesanti problemi ecologici

Contro il megaprogetto di TotalEnergies anche il fronte ecologista di cui Africa ExPress ha scritto nel 2020. “A Cabo Delgado l’industria del gas sta causando devastazioni in queste comunità affamate e senza terra”. – scriveva l’ONG Amici della Terra-Mozambico (AdT) -. “Tutti sono complici: società transnazionali di combustibili fossili, appaltatori, finanziatori privati, società di consulenza sui rischi e il Governo del Mozambico”.

Secondo la ONG, il progetto rappresenta una “bomba a orologeria di carbonio” e potrebbe generare fino a 4,5 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra nel corso della sua durata.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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@sand_pin
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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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