AFRICA

Tra farsa e tragedia un imam di Torino arrestato: libertà d’opinione a rischio anche in Italia

 

L’imam di Torino Mohamed Shahin aveva definito “resistenza” l’attacco del 7 ottobre.
Troppo per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ne ha disposto l’arresto
e il trasferimento nel CPR di Caltanisetta, in attesa della successiva espulsione
in Egitto, dove rischia carcere e torture, essendo un noto dissidente del regime di al-Sisi.
Nel Paese nordafricano è inoltre in vigore, e viene praticata,
la pena di morte. Shahin a Torino ha una moglie e due figli, nati in Italia

Federica D’Alessio
Roma, 29 novembre 2025

Succede il 9 ottobre scorso. Un imam di Torino, partecipando a una manifestazione contro il genocidio a Gaza, dice una serie di cose sul 7 ottobre; non diverse da quelle che hanno già detto migliaia di persone prima di lui, tanto che la Digos, presente sul posto, manco ci fa caso. All’interno di queste cose c’è una frase che gli scappa che è un po’ più forte delle altre, si rende conto pressoché immediatamente che potrà essere usata contro di lui e infatti lo dice subito ai giornali, dal palco stesso: riportatele tutte le mie frasi, non solo quelle che vi fanno comodo per farmi sembrare un sostenitore di Hamas!

 

L’imam di Torino, Mohamed Shahin

Due giornalisti di un giornalino locale, detto La Stampa, nasano che ne può nascere una succosa polemica – non sussistono altre ragioni per trasformare in notizia ciò che notizia non è – e ci fanno un pezzo, interpellano ovviamente la Comunità ebraica locale e a dire il vero persino dentro la Comunità ebraica trovano una certa ritrosia a scagliarsi contro l’imam, pur condannando ovviamente le sue parole, ma dicono “non potete rivolgervi sempre a noi”, insomma è chiaro a chiunque non sia ormai un’analfabeta funzionale che siamo di fronte a un caso montato ad arte.

Appello del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero

Il problema è che gli analfabeti funzionali sono milioni, in questo Paese, e stanno nei posti di comando, anche dei giornali.

Una parlamentare di Fratelli d’Italia annusa a sua volta il succoso caso da manuale e ci fa un’interrogazione parlamentare, e che succede?

Il ministro dell’Interno scavalca il potere giudiziario, scavalca anche le leggi, e decide con un atto di imperio che per una sola frase a fronte di tutta una vita vissuta in base a valori più che riconoscibili, un uomo incensurato, mai fautore della minima provocazione, addirittura garante dell’ordine pubblico durante le manifestazioni oltre che del dialogo inter-religioso, è da considerare un pericoloso terrorista partidario di una ideologia antisemita, seppure in alcun modo le frasi del soggetto in questione abbiamo mai neanche lontanamente fatto riferimento all’identità o alla soggettività ebraica.

Con atto amministrativo, lo priva di tutti i diritti politici e della libertà personale, rinchiudendolo in un CPR lontano oltre mille chilometri da casa sua.

La vita di un uomo finisce rovinata, oppositore politico del regime di Al Sisi, l’imam rischia di essere riportato a forza nel territorio in cui non vive più da 20 anni, gettato in pasto ai lupi, nelle braccia di un regime dittatoriale che non aspetta altro che perseguirlo, perché in Italia vige la legge non scritta: “Se non sei un potente, tutto quello che dici potrà essere usato contro di te”.

La prima legge del sistema tribale.

Benvenuti nell’anno 1 del Regime totalitario e neoarcaico italiano.

Federica D’Alessio
https://x.com/federdale?s=21

Mohamed Shahin, “colpirne uno per educarne cento”

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Redazione Africa ExPress

La redazione di Africa Express è formata da giornalisti che hanno visitato in lungo e in largo il continente africano e il Medio Oriente

View Comments

  • si deducesubito il valore e la credibilità dell'articolista che apostrofa come "giornalino"e per di piu' locale,il quotidiano La stampa,senza conoscerne evidentemnete la storia. LEI si che scrive per un giornalucolo sconosciuto,senza storia e senza futuro. Si vada a leggere un po' dia rticoli di vari giornalisti e direttori della Stampa,tra cui Casalegno,lui si,simbolo di rettitudine e serietà,non a caso giustiziato dalle brigate rosse ,tanto care all'articolista. E dà anche lezioni di democrazia,apostrofando di analfabeta funzionale,chiunque NON la pensi come lei. In perfetta linea hamas e antagonista locale

    • Gentile signore, non saprei dire se per colpa di quell’analfabetismo funzionale che lei si rifiuta di veder dilagare nella società, ma qui evidentemente registriamo che l’ironia di un testo le sfugge: apostrofare in tal modo La Stampa da parte di chi ben ne conosce la storia non è altro che un modo per rimarcare quando, come nel caso di quell’articolo, non si è stati affatto all’altezza di quella Storia. Quanto agli antagonisti, magari sapessero usare l’ironia. Invece, come lei, hanno dimostrato che non sanno fare altro che prendere tutto sul registro sbagliato, con esiti nel suo caso grotteschi, e nel loro violenti. Saluti.
      FdA

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