Ulivi divelti ad Al Mughayyr vicino a Ramallah
Speciale Per Africa ExPress
Alessandra Fava
Genova, 5 novembre 2025
Il Consiglio statunitense sulle relazioni americo-islamiche CAIR definendo “pulizia etnica” gli attacchi dei fondamentalisti ebrei in Cisgiordania, ha chiesto al presidente Usa Donald Trump di porre nuove sanzioni sui coloni israeliani.
I coloni hanno moltiplicato gli attacchi e raddoppiato le incursioni in occasione della raccolta delle olive: secondo le Nazioni Unite ci sono stati 126 attacchi solo tra il primo e il 27 di ottobre in 70 villaggi, oltre 4 mila piante di olivo vandalizzate e almeno una ventina di palestinesi sono stati feriti dai coloni (dati Ocha/Onu).
CWRC, la Commissione per la Resistenza al muro e la colonizzazione, un’authority del governo palestinese https://cwrc.ps/index-en.html sommando gli attacchi dei coloni e quelli dell’esercito israeliano nei Territori occupati, sostiene che ci sono stati 2.350 raid solo nell’ultimo mese, per un totale di oltre 38 mila dal 7 ottobre 2023.
I coloni che hanno installato presidi illegali a poche centinaia di metri si fanno sempre più aggressivi con la protezione dei soldati. Molti di questi raid avvengono in area C e nelle campagne mentre le famiglie palestinesi raccolgono le olive dagli alberi nel proprio terreno, terreno del quale non sono in grado di dimostrare le carte di compravendita richieste dallo Stato israeliano.
OCHA, organismo che monitora i territori palestinesi per l’Onu, ha dettagliato da gennaio 2024 alla fine di settembre 2025, 679 attacchi di coloni nella zona di Ramallah, 489 intorno a Hebron, 530 nel distretto di Nablus, 144 a Tubas, 68 a Qalquilya e 58 a Tulkarem. Stiamo parlando solo di attacchi da parte dei coloni nella West Bank.
Come detto, in molte operazioni interviene l’esercito: lo stesso ministro delle finanze, Bezalel Smotrich, a settembre ha detto che ai palestinesi deve rimanere solo il 18 per cento della West Bank, ormai ribattezzata Giudea e Samaria. Un esproprio non solo linguistico.
Solo negli ultimi giorni l’esercito ha distrutto con buldozer un allevamento di polli di mille metri quadrati a Umm al-Rihan, vicino a Jenin, con un danno stimato dal proprietario di 130 mila dollari.
Mezzi militari hanno raso al suolo anche un locale agricolo vicino a Betlemme e i coloni hanno assalito altri palestinesi che raccolgono olive nel proprio terreno a Beit Inan (Gerusalemme est).
Tra il 21 e il 27 ottobre sono stati uccisi due ragazzi palestinesi nei governatorati di Nablus e Jenin e un uomo è morto dissanguato il 24 ottobre dopo il raid nel capo di Askar, a Nablus, perché l’ambulanza che andava in suo soccorso è stata bloccata per diversi minuti.
Un altro è stato ucciso mentre cercava di passare un check point a sud di Hebron (si registrano 14 morti da ottobre 2023 che cercavano di entrare a Gerusalemme est o in Israele per lavorare, dato Ocha).
Alla fine di ottobre ci sono stati altri raid anche a Burin e a Ras el Ein, zona Nablus, con vari feriti.
Nel frattempo Israele continua le incursioni in Libano e Siria, di cui raramente si parla in Europa. L’esercito israeliano è entrato il 5 novembre in territorio siriano a Quneitra: il governo di Bagdad ha registrato mille attacchi aerei e 400 invasioni da dicembre scorso a oggi.
Israele da mesi ha occupato illegalmente parte della zona demilitarizzata delle alture del Golan. L’esercito israeliano conduce attacchi anche in territorio libanese nonostante un accordo di cessate il fuoco del novembre 2024.
Il governo idi Tel Aviv ha approvato la costruzione di altre 2 mila abitazioni illegali e a Gaza i morti accertati sono saliti a 68.875 e ci sono oltre 170 mila feriti da ottobre 2023.
Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
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