Costantino Muscau
2 novembre 2025
Una vera sinfonia africana, del nuovo mondo, verrebbe da dire, citando e storpiando il capolavoro del compositore Antony Dvorak.
E’ stata una giornata memorabile quella di domenica a New York. Una Grande Mela succosissima da gustare dal vivo e in Tv.
In un giorno di sole hanno brillato in modo abbacinante le stelle dell’atletica targata Nairobi nella corsa di 42,195 km più estenuante, ambita e iconica (si dice così) del pianeta Atletica.
Le prime tre classificate non solo sono kenyane (come nel 2024), ma tutte e tre hanno abbassato il record del percorso dopo 22 anni.
Anche nella gara maschile il podio è stato interamente occupato dallo sventolio della bandiera nera-rosso-verde con lo scudo Masai. Non solo: la competizione è stata decisa da una frazione di secondo.
I primi due runner, Benson Kipruto, 34 anni, e Alexander Mutiso Munyao 29, sono arrivati incollati, spalla a spalla, al traguardo di Central Park con le braccia alzate, separati proprio da tre centesimi di secondo. Con grande sportività, lo sconfitto Mutiso e il vincitore Kipruto che stava per essere beffato sulla fettuccia del traguardo, si sono abbracciati a lungo. Terzo, il loro connazionale Albert Korir, 31 anni, trionfatore al Central Park nel 2021.
Il distacco fra i primi due è il più basso della storia di questa competizione monstre, affascinante e seguitissima: oltre 55 mila gli iscritti, circa 2400 gli italiani, costo del pettorale 600 euro, incasso per gli organizzatori di quasi 35 milioni di euro, 100 mila dollari ai vincitori più 50 mila di bonus a chi ha stampato il nuovo primato.
In questo caso i 150 mila dollari sono andati a Hellen Onsando Obiri, 35 anni, che ha tagliato il traguardo in 2h19’51” frantumando il tempo di percorrenza che apparteneva alla compatriota Margaret Okayo, oggi 49 anni, (2h22’31”, stabilito nel 2023).
Hellen, che calzava scarpe futuristiche (da oltre 300 euro!) è originaria di Kisii (sud ovest del Kenya), è la quarta di sei fratelli e madre di una bimba, Tania, di 10 anni. A New York aveva dominato anche due anni fa, dopo essersi trasferita, con il marito Tom Nyaundi, a Boulder in Colorado.
La sua carriera è luminosissima: nel 2023 è stata prima anche nella maratona più antica (Boston), dove ha bissato il successo nel 2024, mentre quest’anno è giunta seconda. E pensare che nel 2006 aveva abbandonato lo sport per dedicarsi agli studi.
“È una sensazione fantastica… Sono così felice di aver battuto il record del percorso – ha commentato Obiri in Tv – A 1 km dal traguardo sentivo che stavo bene, mi sentivo forte. Si vede che ho ancora qualcosa da dare.”
Alle sue spalle sono rimaste altre due personalità gigantesche dell’atletica africana, altre due regine di New York: la vincitrice del 2022, “l’infermiera” Sharon Lokedi, 31 anni, (allora al debutto nella Grande Mela) staccata nell’ultimo chilometro. Sharon che una decina d’anni vive negli States, è stata reclutata all’università di Kansas, dove si è specializzata in infermieristica.
La terza classificata, domenica, è stata la campionessa in carica Sheila Chepkirui, 34 anni, soldatessa nell’esercito del Kenya, che è stata in testa per quasi 40 km, ma alla fine è scoppiata!
Il trionfatore (per un pelo) della corsa maschile, Benson Kipruto (anche lui con scarpe avveniristiche da 500 euro il paio), ha di che essere soddisfatto. Non solo per i 100 mila dollari di premio, ha corso la gara di New York per la prima volta (ha concluso in 2h:08’40”). “Sapevo che Mutiso mi tallonava – ha ammesso Kipruto, che ha vinto anche le maratone di Boston, Chicago e Tokyo. Lo sentivo molto vicino e stavo molto attento perché so che Mutiso è un ragazzo forte”.
E con quella di New York si conclude la stagione delle grandi maratone: Tokio, Boston, Londra, Berlino, Berlino, Chicago, Sidney. Una sola ombra su questa parata di stelle africane nel firmamento americano: l’assenza della maratoneta più veloce del mondo, la keniana Ruth Chepngetich, 31 anni. Il mese scorso è stata squalificata per tre anni: doping.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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