Gaza

Iran: Hezbollah non sapeva del 7 ottobre 2023

Africa ExPress
Tel Aviv, 31 ottobre 2025

Il quotidiano israeliano Shacharit l’8 ottobre scorso ha pubblicato un articolo che  riprende un’indagine del giornale arabo Asharq Al-Awsat secondo cui l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 non era stato pianificato con l’Iran. Teheran aveva un vago sentore ma è stato colto di sorpresa.

Pubblichiamo questa inchiesta non perché la condividiamo ma per sottolineare come ci sia una grande confusione e come notizie vere si intreccino con quelle infondate o addirittura false.

Insomma la propaganda pesantemente in azione rende assai difficile la ricerca della verità.

“Svelato il piano di Hezbollah e Hamas per distruggere Israele. Due anni dopo il sanguinoso attacco terroristico nella Striscia di Gaza – scrive Shacharit – è stata pubblicata dal quotidiano arabo Asharq Al-Awsat un’indagine completa che rivela come è nata l’idea dell’attacco, chi l’ha sostenuta e perché la leadership di Gaza ha deciso di agire da sola, anche in contrasto con la posizione dell’Iran e di Hezbollah”.

Miliziani di Hezbollah in addestramento in Libano

Secondo il rapporto, la pianificazione è iniziata nel 2021, poco dopo l’Operazione Guardiano dei Muri. Fonti ufficiali di Hamas e del Libano hanno riferito al giornale che mentre il piano era in corso, alti funzionari di Hamas e Hezbollah hanno iniziato a esaminare la possibilità di un'”operazione su larga scala”.

L’idea era semplice ma radicale: un’invasione simultanea di Israele da Gaza, Libano e Siria, con l’obiettivo di conquistare grandi città come Tel Aviv, Haifa, Ashkelon e Gerusalemme, e costringere Israele a ritirarsi completamente dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est.

In queste discussioni, la parte libanese ha identificato obiettivi israeliani vitali che avrebbero potuto essere completamente paralizzati fin dal primo giorno dell’attacco. Secondo il rapporto, questi obiettivi includevano “tutte le 12 centrali elettriche e idriche israeliane”, “l’unico aeroporto internazionale (Ben Gurion)”, “un’autostrada che attraversa Israele collegando il nord, il centro e il sud”, “i porti di Haifa, Ashdod ed Eilat” e “complessi governativi (sede della Knesset, uffici governativi e ministeri)”.

I leader di Hezbollah affermavano che “Israele non avrebbe osato bombardare obiettivi civili a Gaza, Beirut o Damasco, per evitare uno scenario in cui lo Stato Ebraico sarebbe affondato”. Nel buio più totale, senza acqua, terra, mare, aria o porti, durante gli incontri tra i rappresentanti dell'”asse della resistenza” (Iran, Hezbollah, Hamas e funzionari iracheni), vengono presentati scenari per una possibile risposta israeliana, tra cui massicci bombardamenti su Gaza, Beirut e Damasco.

Secondo un rapporto, Hezbollah si vantava di poter paralizzare Israele con missili di precisione e droni suicidi, che avrebbero danneggiato le infrastrutture elettriche, idriche e di trasporto. Tra il 2021 e il 2023, l’Iran ha quasi raddoppiato il suo sostegno finanziario all’ala militare di Hamas per consentire all’organizzazione di “prepararsi alla grande battaglia”.

Parata di militanti di hezbollah

Saleh al-Arouri, allora vice di Ismail Haniyeh, presentò le prime idee per un attacco su vasta scala al consiglio di Hamas, ma a suo dire non furono prese decisioni definitive. Al-Arouri, eliminato nel gennaio 2024 a Beirut, si è mosso per una cooperazione con Hezbollah e Iran, ma la leadership di Gaza – capeggiata da Yahya Sinwar e Muhammad Daif – si è sentita in dovere di “guidare il processo da sola”.

Secondo Asharq Al-Awsat, Sinwar e Daif hanno deciso di lanciare un attacco senza un previo coordinamento con Teheran o Beirut. La decisione, si legge, è nata da un senso di sospetto nei confronti dell’Iran, che ritenevano potesse ritardare o impedire il processo per ragioni regionali. “Sono i palestinesi ad avere un interesse, e devono iniziare l’attacco da soli”, ha dichiarato una delle fonti ai ricercatori del quotidiano.

“Quando Hezbollah e Iran vedranno i risultati sul campo, si uniranno”. Sempre in base al rapporto, l’Iran è rimasto completamente sorpreso dalla tempistica del 7 ottobre e ha persino espresso riserve a posteriori.

Alti funzionari di Teheran hanno affermato che la decisione è stata presa “troppo presto”, quando l’asse non era pronto per uno scontro diretto con Israele e Stati Uniti.

L’allora segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, scelse un approccio di “sostegno e distrazione”: ordinò un fuoco limitato contro posizioni nel nord di Israele per creare un senso di pressione, ma non scatenò una guerra totale.

Secondo il quotidiano, Israele approfittò di questa riluttanza per colpire duramente Libano e Iran, al punto da eliminare lo stesso Nasrallah e il suo successore Hussein Safi al-Din con attacchi mirati.

Nel giugno di quest’anno, il giornalista Ben Caspit ha rivelato un documento drammatico: una lettera inviata da Hamas a Nasrallah e Saeed Izadi, comandante del “Corpo di Palestina” delle Guardie Rivoluzionarie.

Nella lettera, i tre leader di Hamas – Yahya Sinwar, Muhammad Deif e Marwan Issa – si scusarono per non aver informato in anticipo i loro partner della tempistica dell’attacco. La decisione fu presa per timore che Israele avrebbe scoperto il piano se troppe parti ne fossero state a conoscenza.

Secondo fonti arabe, a partire dall’ottobre 2023 la leadership politica di Hamas ha adottato una linea completamente diversa. Sta infatti cercando di promuovere un accordo politico per porre fine ai combattimenti, che includerebbe un graduale ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e la piena riabilitazione in cambio di flessibilità su questioni come il ritorno degli ostaggi e la smobilitazione parziale.

Mentre altre fonti palestinesi riportano che Hamas è pronta in linea di principio a tornare al potere congiuntamente con l’Autorità Nazionale Palestinese e a discutere il futuro delle sue armi “per consenso nazionale”.

Tuttavia, secondo Asharq Al-Awsat, lo stesso Sinwar continua a dichiarare che il movimento “combatterà fino all’ultimo fucile e all’ultimo combattente” se non si raggiungerà un accordo alle sue condizioni”.

(quotidiano israeliano “Shacharit” 8 ottobre 2025)

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Redazione Africa ExPress

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