Sandro Pintus
18 ottobre 2025
Il settimanale americano Newsweek riporta che nel mese di settembre i jihadisti di IS-Moz hanno decapitato 30 cristiani. La strage, ripresa anche dai media italiani, è avvenuta nelle province di Cabo Delgado e Nampula, nel nord del Mozambico.
La fonte della notizia è Middle East Media Research Institute (MEMRI) che ha pubblicato la rivendicazione dei terroristi della Provincia dello Stato Islamico in Mozambico (ISMP o IS-Moz).
L’articolo contiene anche una ventina di immagini atroci. Si vedono i momenti che precedono le decapitazioni, uccisioni a sangue freddo, incendi di chiese cristiane e villaggi nel nord del Paese.
Africa Express ha eseguito una ricerca approfondita sulle fonti certe: Agenzie ONU, media mozambicani, ACLED,organizzazioni per i diritti umani. Risultano sei decapitazioni. Sempre troppe ma senza conferma delle altre 24. È quindi probabile che i numeri elencati da ISMP siano parte della propaganda jihadista.
Secondo ACLED, ONG che monitora le guerre, in un attacco del 22 settembre a Mocímboa da Praia, sono stati uccisi cinque civili, quattro decapitati.
L’agenzia di stato AIM e il quitidiano Club of Mozambique riportano attacchi jihadisti nei distretti di Montepuez e Balama nel fine settimana del 29 settembre. I militanti islamisti hanno attaccato cinque villaggi e ucciso almeno sette persone, alcuni di questi pure decapitati.
Ma nel comunicato dell’ISMP riportato dal Middle East Media Research Institute si legge altro. “Nella provincia di Nampula, durante un raid nel villaggio di Nakioto, abbiamo incendiato una chiesa e più di 100 case di cristiani”. Anche le “100 case” non hanno riscontri e sembrano propaganda.
Attenzione! Nel video ci sono immagini shock
L’Alto commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR) denuncia una situazione allarmante. In una sola settimana, gli attacchi alla popolazione indifesa hanno causato altri 22.000 sfollati.
Dall’inizio dell’anno i profughi a causa della guerra sono oltre 100.000. Le truppe ruandesi (RDF) ancora presenti a Cabo Delgado insieme alle Forze armate mozambicane (FADM) stanno faticosamente arginando gli attacchi.
ACLED riporta che “un centinaio di combattenti dell’ISMP sono presenti dalla fine di agosto nel distretto di Montepuez, area del giacimento di rubini. I jihadisti hanno concentrato le attività nelle zone di estrazione aurifera a ovest di Nairoto, con incursioni nel distretto di Balama”.
A settembre l’Ufficio informazioni finanziarie del Mozambico (GIFim) ha pubblicato un rapporto esplosivo. L’indagine ha analizzato le reti di finanziamento del terrorismo dal 2017 al 2024.
Dalle analisi dei dati bancari risultano 3.500 operazioni sospette. Sono depositi e prelievi, in contanti o tramite bonifici che sommati, alimentano un enorme flusso finanziario. In totale oltre sei milioni di euro.
I bonifici illeciti sono stati eseguiti in sei delle 10 province del Mozambico, la maggioranza di questi attuati a Cabo Delgado. Le altre province sono: Zambezia, Nampula, Sofala, Manica e anche quella della capitale, Maputo.
I responsabili delle transazioni sono piccoli commercianti, funzionari pubblici ma anche associazioni senza scopo di lucro e privati cittadini. Appare quindi evidente che nella minoranza islamica del Paese esiste una rete di fiancheggiatori di IS-Moz.
Cabo Delgado dista 2.500 km dalla capitale ma da 50 anni è abbandonato dal potere centrale di Maputo. Succede nonostante le ricchezze della Provincia, soprattutto rubini, oro e vasti giacimenti di gas naturale.
Queste ricchezze avrebbero dovuto portare un po’ di benessere alla popolazione ma le promesse del governo Frelimo – al potere dal 1975 – finora sono state disattese.
Uno studio, “Leaving No One Behind” (Non lasciamo nessuno indietro), condotto tra dicembre 2022 e gennaio 2024 da UNDP Mozambico, ministero delle Finanze e ministero dello Sviluppo, parla chiaro.
A Cabo Delgado il livello di analfabetismo dei 2,8 milioni di abitanti è al 61 per cento. Oltre la metà dei bambini e adolescenti tra 5 e 17 anni non vanno a scuola e il rapporto alunni-insegnanti è 60:1.
Il 76 per cento della popolazione vive nelle aree rurali e l’insicurezza alimentare è grave: i bambini cronicamente malnutriti sono il 45 per cento e il 2,7 soffre di malnutrizione acuta grave.
Le donne e le bambine devono fare chilometri per raggiungere l’acqua potabile: solo il 9,8 per cento delle famiglie vive entro 30 minuti da una fonte d’acqua sicura.
I proventi dei “tesori” del sottosuolo di Cabo Delgado non vengono distribuiti alla popolazione locale che vive con meno di un dollaro al giorno. Inoltre, terrorismo, covid-19 ed eventi climatici estremi hanno portato una pesante recessione e aumentato la disoccupazione. Dall’11,5 per cento del 2019/20, nel 2021/22 è arrivata al 15,9.
Una situazione alla quale si aggiunge la corruzione e gli abusi dei militari mozambicani contro i civili che hanno ulteriormente alimentato rabbia e odio verso il potere centrale. Terreno fertile per IS-Moz che sta mettendo a ferro e fuoco il nord del Paese.
Intanto, dopo otto anni di guerra, secondo ACLED, IS-Moz ha fatto 2.050 attacchi; risultano oltre 6.272 morti (2.641 civili) mentre le agenzie ONU parlano di 1,1 milioni di profughi.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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