AFRICA

Israele, strategia militare psicologica: uccide i simboli politici per annientare la popolazione palestinese

Speciale per Africa ExPress
Valentina Vergani Gavoni
7 ottobre 2025

Molti confondono i politici di Hamas con i suoi militanti. Dobbiamo però specificare che la resistenza militare al colonialismo non è fisicamente combattuta dai leader dell’organizzazione.

Quando Israele afferma che “tutti i civili di Gaza sono terroristi di Hamas” per legittimare 65 mila omicidi commessi dall’IDF, si riferisce ai palestinesi che hanno votato per questo partito politico. E del consenso transnazionale che l’organizzazione ha ottenuto durante la fase finale del progetto coloniale israeliano e il genocidio di quasi tutta la popolazione palestinese nella Striscia.

Le vittime uccise dalle bombe, per far spazio ai progetti imprenditoriali e costruire lussuose strutture turistiche che accoglieranno ricchi turisti da tutto il mondo in quella che è già stata definita “la Riviera di Gaza”, sono persone che condividono l’ideologia della resistenza promossa dai leader politici di Hamas. E che combattono con le armi che trovano in nome di un’idea: una Palestina libera dai colonialisti.

I politici dell’organizzazione, però, fanno politica come tutti i leader di qualsiasi partito politico. Diventano simboli, eroi da rispettare ed emulare. Poco importa se gli interessi coincidono con quelli della popolazione, perché davanti a un nemico esterno tanto potente l’ideologia diventa l’unica speranza per continuare a esistere.

Lo Stato sovrano di Palestina non esiste, ma esiste il suo popolo. Non bastano solo le bombe per eliminare fisicamente i palestinesi. E i politici israeliani lo sanno, per questo uccidono i loro eroi.

Un articolo del quotidiano israeliano “Kav Pressn- Questa settimana a Gerusalemme” del 3 settembre 2025, in merito all’uccisione del portavoce di Hamas, e di importanti leader Houthi e Ministri Yemeniti, descrive esattamente la strategia militare psicologica di Israele.

Quotidiano israeliano “Kav Pressn- Questa settimana a Gerusalemme” del 3 settembre 2025

Traduzione in italiano dalla lingua ebraica

Dopo un lungo inseguimento Israele ha chiuso il conto con il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obeida, eliminato in un attacco aereo su Gaza. Per un certo periodo, il sistema di sicurezza lo aveva seguito e sapeva dove si trovava. Poco prima dell’attacco, Israele sapeva esattamente in quale appartamento alloggiava.

Il Servizio di Sicurezza dell’IDF ha atteso l’intelligence al fine di aumentare le probabilità di eliminazione. Hudayf Sameer Abdullah al-Kahlot, noto come Abu Ubayda, era il famoso portavoce dell’ala militare di Hamas, divenuto una figura ben nota e venerata tra i sostenitori dell’organizzazione nel mondo arabo durante e prima della guerra.

Abu Obeida, portavoce di Hamas

Di solito appariva in televisione o in dichiarazioni registrate avvolto nella kefiah rossa a lui associata. Il Ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato dopo l’assassinio: “Il portavoce terrorista di Hamas, Abu Ubayda, è stato eliminato e mandato a incontrare tutti i cospiratori dell’asse del male provenienti da Iran, Gaza, Libano e Yemen nel profondo dell’inferno. Congratulazioni alle IDF e allo Shin Bet per la perfetta esecuzione. Presto, con l’intensificarsi della campagna a Gaza, incontrerà molti altri dei suoi complici: assassini e stupratori di Hamas”.

Le forze israeliane hanno attaccato il secondo e il terzo piano dell’edificio in cui alloggiava Abu Ubayda con un missile di precisione. L’operazione si basava su informazioni di intelligence provenienti dallo Shin Bet, che lo seguiva, ed è stata condotta in collaborazione con l’Aeronautica Militare dal quartiere generale delle operazioni speciali dello Shin Bet nel centro di Israele.

Sia l’IDF che lo Shin Bet hanno confermato l’assassinio di Abu Ubayda, vero nome Hadifa Kahlot. “L’operazione è stata coordinata in modo interorganizzativo dal quartiere generale operativo dello Shin Bet in collaborazione con il Comando Sud ed è stata resa possibile grazie alle informazioni di intelligence preliminari raccolte dallo Shin Bet e dall’intelligence militare, che hanno indicato il nascondiglio del terrorista”, hanno affermato.

Il terrorista fungeva da volto dell’organizzazione terroristica di Hamas e, nell’ambito del suo ruolo, diffondeva la propaganda dell’organizzazione”, ha aggiunto. Allo stesso modo, Kahlot era responsabile della distribuzione di video che incitavano il mondo arabo e l’opinione pubblica palestinese a emularli.  Il capo di stato maggiore israeliano La’eil Zamir ha fatto riferimento all’assassinio del portavoce di Hamas Abu Ubayda e ha lanciato una minaccia rivolta ai leader dell’organizzazione che si trovano all’estero.

Zamir ha dichiarato: “Nella Striscia di Gaza, ieri abbiamo attaccato una delle figure di spicco di Hamas, Abu Ubayda. Ma siamo ancora al lavoro, la maggior parte del governo di Hamas è all’estero, raggiungeremo anche loro.”
Questo è un assassinio molto significativo per l’organizzazione e per gli abitanti di Gaza che lo consideravano un simbolo.

Abu Ubayda è considerato una figura centrale di Hamas, e rappresenta anche un’immagine simbolica per i palestinesi. Il massacro e il suo assassinio potrebbero avere un impatto morale, sia sui membri di Hamas a Gaza e West Bank, e forse anche sui suoi sostenitori in tutto il mondo.

Inoltre, il suo assassinio potrebbe danneggiare gli sforzi di Hamas per influenzare le coscienze. È noto per la sua vicinanza agli alti funzionari, per il suo contatto diretto con loro e per la sua presenza nel circolo decisionale. Ora, non ne sono rimasti molti nella Striscia. Uno è Izz ad-Din Haddad, comandante della Brigata di Gaza.

Hamas ha rilasciato una dichiarazione in risposta: “L’attacco dell’occupazione a un edificio residenziale nel quartiere di al-Raml, nella parte occidentale di Gaza, è il risultato di una serie di distruzioni e di escalation mirate a costringere i civili a evacuare la città. Questo fa parte dei piani per distruggere Gaza City e trasferirne forzatamente tutti i residenti. Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire immediatamente per fermare l’aggressione, adottare misure deterrenti contro l’occupazione e assicurare i suoi leader alla giustizia per i loro crimini.

Nel frattempo, a Sanaa, la capitale dello Yemen, si sono svolti i funerali del primo ministro houthi, Ahmed al-Rahawi, e degli altri ministri uccisi con lui nell’attacco israeliano alla città. Gli houthi non hanno ancora annunciato esattamente quante persone siano state uccise nell’attacco, ma 12 bare sono state viste al funerale, disposte una accanto all’altra in fila.

Primo Ministro Houthi Ahmed al-Rahawi

Le bare sono state poi trasportate in una processione di massa che assomigliava a una parata militare e sembrava una dimostrazione di forza dopo il doloroso colpo subito dall’organizzazione. La folla si è radunata in piazza al-Saba’in gridando “Morte a Israele!”.

Gli houthi, sostenuti dall’Iran e che controllano parti dello Yemen, hanno continuato la loro campagna di “sostegno ai palestinesi”, lanciando missili e droni contro Israele e attaccando navi nel Mar Rosso, incluso un altro attacco avvenuto di recente.

L’attacco israeliano si basava su informazioni di intelligence di un raduno di alti membri dell’organizzazione ed è stato condotto parallelamente al discorso settimanale del leader Houthi, Abdel-Malkheder al-Din al-Houthi, che trasmette da un nascondiglio.

L’IDF ha affermato che l’obiettivo principale era il Capo di Stato Maggiore Houthi, Mohammed Abdel-Karim al-Ghammari, anch’egli colpito e sopravvissuto in un precedente attacco. Secondo le stime israeliane, tra le vittime figurano il Ministro della Giustizia, il Ministro dell’Economia e del Commercio, il Ministro degli Affari Esteri, il Ministro dell’Agricoltura e il Ministro dell’Informazione del governo Houthi, formatosi lo scorso anno.

Anche il nuovo primo ministro Houthi, Mohammed Miftah, che fino ad ora ha ricoperto la carica di vice primo ministro, è rimasto ferito. Nell’attacco, ha dichiarato ai funerali: “Esprimiamo le nostre condoglianze al nostro popolo per la perdita dei ministri. Per un anno intero, i ministri del governo hanno compiuto numerosi sforzi per riorganizzare la struttura amministrativa ed economica del Paese ai massimi livelli. Il nemico israeliano pensa che il suo crimine ci indurrà a ritirare la nostra posizione di sostegno a Gaza.

Nuovo Primo Ministro Houthi, Mohammed Miftah

Stiamo dicendo al nemico che l’umiliazione è fuori questione e che siamo pronti a sacrificarci e ad adempiere al nostro dovere. A Gaza diciamo: non siete soli”.

Il quotidiano libanese “Al-Akhbar”, affiliato a Hezbollah e all’asse iraniano-sciita, ha riferito che la “piazza yemenita” si aspetta una risposta ampliata all’attacco israeliano che potrebbe includere “obiettivi nemici vitali”. Fonti citate nel rapporto hanno affermato che le azioni pianificate dagli Houthi saranno “di alta qualità e molto dolorose” e che “il quartier generale del governo (in Israele) non sarà lontano” dalle forze houthi.

Secondo loro, “la banca bersaglio di Sanaa si espanderà e il quartier generale e la casa di Netanyahu non saranno luoghi sicuri”. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha scritto: “Abbiamo inflitto un colpo senza precedenti agli alti funzionari della sicurezza e della leadership politica dell’organizzazione terroristica Houthi in Yemen, in un’operazione audace e brillante delle IDF. Il primo ministro houthi e la maggior parte degli altri alti funzionari sono stati ostacolati e feriti. Ho avvertito che dopo la piaga delle tenebre sarebbe venuta anche la piaga dei primogeniti, e ora abbiamo adempiuto l’avvertimento”.

Anche altri quotidiani israeliani hanno riportato questa strategia militare di Israele per distruggere psicologicamente e moralmente i palestinesi e tutti coloro che provano a sostenerli.

Quotidiano israeliano “Israel_Hayom” del 5 settembre 2025
Quotidiano israeliano “Israel_Hayom” del 5 settembre 2025

Quello che Israele sta facendo, attraverso la sua ala armata e grazie al supporto militare ed economico degli Stati affiliati al suo governo, non è solo eliminare chiunque ostacoli i suoi progetti imprenditoriali colonialisti. Sta mettendo in scena una prova di forza per dimostrare che nessuno può resistere al suo dominio.

Valentina Vergani Gavoni
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