SUDAN

Guerra in Sudan: mercenari ucraini e colombiani uccisi nel Nord-Darfur

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
4 ottobre 2025

Pochi giorni fa l’esercito di Khartoum ha fatto sapere di aver ucciso combattenti stranieri (leggasi mercenari) colombiani e ucraini. I militari regolari sostengono di aver teso un’imboscata ai soldati di ventura.

Tiratori scelti e specializzati in droni

In un comunicato della 6° divisione di fanteria dell’esercito sudanese, è stato specificato che i foreign fighters cercavano di raggiungere i palazzi più alti della città. Secondo SAF, alcuni soldati di ventura sarebbero specializzati in ingegneria di sistemi e droni, mentre altri sarebbero tiratori scelti. Nella nota è stato poi aggiunto che, durante altri scontri a est a El Fasher, sono stati uccisi anche parecchi paramilitari delle RSF. Il capoluogo del Nord-Darfur è sotto assedio dallo scorso anno.

Colombiani reclutati da EAU

La presenza di mercenari colombiani non è una novità. Sono apparsi per la prima volta alla fine dello scorso anno mentre tentavano di entrare dal deserto libico in Sudan per combattere accanto alle Rapid Support Forces. Anche allora erano caduti in un’imboscata tesa da milizie che sostengono l’esercito di Khartoum.

I colombiani erano stati reclutati da una società facente capo agli Emirati Arabi Uniti. Eppure Abu Dhabi ha sempre negato e nega ancora di supportare le RFS.

SAF sostiene di aver ucciso mercenari ucraini e colombiani a Al Fasher, capoluogo del Darfur settentrionale

In passato forze speciali di Kiev hanno combattuto accanto all’esercito di al-Burhan a Khartoum per sconfiggere i paramilitari di Wagner, allora ancora molto attivi in Sudan accanto alle RSF. Nel 2023, in occasione di un viaggio in Sudan, il potente ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, era riuscito a strappare il via libera per la costruzione una base navale per le forze armate di Mosca a Port Sudan. Si tratta di un progetto molto importante per la Russia, che da tempo tenta di rafforzare la propria presenza nel Mar Rosso. Da allora non si è più sentito parlare degli uomini di Wagner nel Paese.

Finora la presenza dei mercenari ucraini non è stata confermata o smentita da altre fonti.

Nord-Darfur al centro dei combattimenti

Il Sudan è sempre nella morsa del terribile conflitto interno, iniziato nell’aprile 2023, tra le RFS, capitanate da Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti,” e le Forze armate sudanesi (SAF) di Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, leader del Consiglio sovrano e de facto presidente del Sudan.

Nell’ex protettorato anglo-egiziano si sta consumando la peggiore catastrofe umanitaria al mondo. Si stima che solo durante i combattimenti siano morte decine e decine di migliaia di persone, molte altre hanno perso la vita a causa di malattie, come colera, malaria, dengue e fame.

Basti pensare che negli ultimi 40 giorni ben 95 sfollati – tra loro 73 bambini – sono morti proprio per mancanza di cibo e malattie nel campo di Abu Shouck, nelle vicinanze di El Fasher, capoluogo del Nord-Darfur. Erano scappati dalla città, per cercare protezione e sicurezza nel sito destinato a coloro che hanno dovuto lasciare le proprie casa per i continui combattimenti.

Nord-Darfur: la popolazione allo stremo

La situazione nel Nord-Darfur peggiora di giorno in giorno. A El Fasher mancano i servizi essenziali, assistenza sanitaria, non c’è acqua potabile e tantomeno cibo. Da tempo i convogli umanitari non riescono più a entrare nell’area.

Un disastro umanitario e sanitario a tutto campo, i corpi sono sparsi ovunque nelle strade della città e delle periferie. In questo angolo di mondo persino una degna sepoltura è diventato un lusso.

Secondo le Nazioni Unite, lo scorso mese nel capoluogo del Nord-Darfur, durante gli attacchi delle RSF, sono state uccise 91 persone. I combattimenti tra gli uomini di Hemetti e SAF si sono intensificati nei dintorni della città, ancora sotto controllo dei militari regolari e dei loro alleati, noti come Forze congiunte.

Atrocità a sfondo etnico

Volker Türk, alto commissario dell’ONU per i Diritti Umani, due giorni fa ha chiesto interventi urgenti per prevenire attacchi su larga scala e atrocità a sfondo etnico a El Fasher.

Per il momento nessuno delle parti in causa sembra voler mettere un punto finale a questa guerra,

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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  • OTTIMI ARTICOLI, SEMPRE ! Brava Frau TOELGYES
    ________________________________________________
    La Storia (colla "S" maiuscola) non si ripete, ma si assomiglia....
    Tento un paragone atroce:
    1) Ukraine 2022-2025 è accomunabile alla Guerra (civile) Spagnola del 1936-39, ove le più grandi Potenze mondiali sperimentavano le migliori tecniche di combattimento (URSS mandava i Caccia "Rata", Germania i bombardieri Junker),
    mentre
    2) l'Africa attuale assomiglia (forse) ala situazione in Far East negli anni Trenta, ove altre Grandi potenze lasciavano "mano libera" ai propri "poteri forti" (vedi cricca militare nipponica in espansione in terraferma cinese, con il governo che formalmente faceva lo gnorri) contrastati da altre Potenze Mondiali che si "DILETTAVANO" a disturbare con operazioni militari di media caratura (come le squadriglie di piloti volontari anglofoni che combatterono da basi interne cinesi contro i "Japs" ed il primo bombardamento strategico al mondo (Febbraio 1938, piloti URSS bombardarono il porto e i depositi di carburante a TAIWAN/TAIPEI -controllata da Giappone- con aerei con insegne Nazionaliste cinesi!).
    Tutto si rassomiglia ? per me.... YES !!!
    Qualsiasi riferimento a "mercenari" (ooops : istruttori o contractors, ... !) con operazioni "covered" in AFRICA (e in Europa ex Cortina di ferro) è PURAMENTE VOLUTA !
    ____________________
    Conclusione:
    l'ITALIA si pentirà per decenni di aver avuto una politica estera ASSENTE (dolosamente) verso l'Africa, ove avremmo potuto fare MOLTISSIMO per vicinanza geografica e assenza di "stermini del XX° Secolo" (salvo i massacri di Rodolfo Graziani in Fezzan e Cirenaica negli anni 1928-31 e Etiopia 1935.40)
    DA 50 anni, con ragionamenti "pelosi" abbiamo lasciato mano libera ai profittatori dell' OIL & GAS "nostrani" (in Sahel e costa Atlantica)... e agli esportatori di rifiuti TOX-NOX nel Corno d'Africa !
    ATROCE sconfitta di politica estera nostrana.... ma era più comodo starsene in città occidentali e non IMPEGNARSI in Countries difficili con veri PROGRAMMI di COOPERAZIONE avulsi da interessi partitici.... ed affaristici
    Ci ritroveremo sempre più in difficoltà

    Di nuovo,>> BRAVI Voi di Africa ExPress

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