L'attacco al Centro informazione in una zona residenziale di Sanaa
Alessandra Fava
16 settembre 2025
Trentuno giornalisti yemeniti sono stati uccisi e ventidue feriti nel massiccio attacco missilistico israeliano di inizio settembre, ma la notizia dell’omicidio dei reporter non è stata data da nessun media occidentale di peso, tantomeno italiano.
Sono stati infatti colpite le redazioni di due giornali che si chiamano 26 Settembre e Al-Yemen.
Il primo è considerato portavoce militare, il secondo è il quotidiano più letto del Paese. Il 16 settembre ci sono stati i funerali nella capitale Sanaa e nello Yemen sono stati giorni di lutto e commemorazioni.
Qui due video dell’attacco.
L’Unione dei giornalisti yemeniti ha condannato “l’odioso crimine di guerra commesso dalla brutale aggressione di mercoledì 10 settembre che ha preso di mira espressamente i giornali 26 Settembre e Al-Yemen che hanno sede nella capitale”.
Lunedì per reazione all’attacco e per dimostrare che i giornalisti sopravissuti non si arrendono il giornale 26 Settembre ha pubblicato il numero n. 2425.
Il governo yemenita ha detto che la comunità internazionale e le Nazioni Unite sono responsabili del loro silenzio e ha chiesto alle ong, alle associazioni che difendono i diritti umani e alla società civile di intraprendere delle azioni e condannare i crimini.
Nel bombardamento del 10 sono state uccise a Sanaa un totale di 46 persone (fonte governo yemenita) e sono state ferite almeno 165 persone, tra cui anche Mansour al-Ansi membro eletto del sindacato dei giornalisti.
Secondo l’Associated Press l’attacco israeliano è stata una vendetta per un drone degli Houti che aveva raggiunto poche ore prima un areoporto israeliano, quello di Ramon nel sud del paese vicino a Eilat, dove è stata ferita una persona e si sono infranti dei vetri.
Gli Houti rivendicano di aver bucato il sistema difensivo aereo di Israele e dichiarano che l’area del Negev è occupata illegalmente dallo Stato di Israele e chiamano Eilat col nome arabo di Umm al-Rashrash.
L’attacco ha colpito aree residenziali, in specifico shara (via) 26 Settembre dove in un palazzo all’angolo con piazza Tahrir c’è il cosidetto Centro stampa dove ha sede anche il “Dipartimento di orientamento morale e informazione”. Anche il Museo nazionale è stato danneggiato.
Il portavoce degli Houti, il Generale Yahya Saree, ha raccontato che il suo gruppo ha inviato otto droni su Israele e che “ci sarà un’escalation militare e non ci tireremo indietro sul nostro supporto a Gaza”.
Ha poi aggiunto che gli aeroporti israeliani “non sono sicuri e saranno un target continuo”. Molte compagnie aeree europee hanno sospeso i voli da e per Israele (Tel Aviv) fino al 31 ottobre.
L’attacco conferma ancora una volta l’intento del governo israeliano di colpire i giornalisti in quando osservatori e reporter e testimoni delle guerre in corso.
Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
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