Speciale per Africa ExPress
John Doe*
8 settembre 2025
La zona rurale di El-Amra (regione di Sfax) ospitava migliaia di uomini, donne e bambini. Tutte persone in fuga dai Paesi dell’Africa subsahariana. Luoghi dove ci sono guerre, conflitti etnici religiosi oppure situazioni di estrema povertà.
Vivevano accampati tra gli uliveti, senza acqua potabile, servizi igienici o ripari adeguati. Erano in attesa di un barcone o gommone per attraversare il Mediterraneo e arrivare alle porte dell’Europa e avere una vita migliore.
Per questi migranti, e altri in diverse aree della Tunisia, la situazione è cambiata. Purtroppo in peggio. Le autorità tunisine hanno fatto diversi giri di vite per contrastare le partenze verso la Fortezza Europa sgomberando i migranti con estrema durezza.
Perché questo improvviso cambiamento? È la conseguenza dell’intesa bilaterale anti-migrazione del 2023 tra la Tunisia e l’Unione Europea. Il risultato è stato “positivo” per l’UE: nel 2024, in Italia gli arrivi irregolari provenienti dalla Tunisia sono diminuiti dell’80 per cento.
I media locali hanno pubblicato testimonianze di centinaia di migranti fermati e su arresti quotidiani di immigrati subsahariani che, nel migliore dei casi, vengono trasferiti in centri di detenzione. Molti però hanno un destino peggiore: vengono trasportati in aree desertiche che confinano con Libia e Algeria.
Lo scorso aprile le autorità tunisine hanno portato a termine una vasta operazione di polizia anti-migranti. Ventimila persone, con la forza, sono state obbligate a lasciare i campi improvvisati nei quali vivevano. Un numero imprecisato di migranti ha raccontato che ha rischiato di morire: sono stati abbandonati in mezzo al deserto senza cibo né acqua.
Questo cambiamento di politica verso coloro che vogliono attraversare il Mediterraneo succede a causa dell’accordo Tunisia-Unione Europea. L’UE ha, infatti, stanziato 164,5 di milioni di euro per le forze di sicurezza tunisine. L’obiettivo è ridurre i flussi migratori e tenere sotto controllo le frontiere con l’Europa.
Le ONG internazionali ritengono che il passo fatto da Bruxelles sia un “costo umano inaccettabile”. Si riferiscono a persone abbandonate nel deserto, lasciate senza protezione e costrette a vivere in condizione inumane.
Con il protocollo Tunisi-Bruxelles i migranti dell’Africa subsahariana bloccati nel Paese nordafricano vivono nella paura. Diventa sempre più difficile arrivare in Europa. Tutto a vantaggio dei trafficanti di esseri umani che continuano ad arricchirsi. Il prezzo per avere un posto – su un barcone inaffidabile o un gommone che imbarca acqua – per la traversata da incubo sarà sempre più alto.
*Dalla Tunisia pubblichiamo il contributo di un intellettuale
che conosce il Paese dal vivo.
Per motivi di sicurezza lo abbiamo chiamato John Doe.
John Doe
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo tradotto dal francese con Deepl e editato dalla redazione di Africa ExPress
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