Valentina Vergani Gavoni
9 agosto 2025
La liberazione di Osama Elmasry Njeem, generale libico più conosciuto con il nome di battaglia Al-Masri (che in arabo significa “L’egiziano”) arrestato inizialmente in Italia perché ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, rivela la vera natura delle relazioni internazionali postcoloniali.
Un rapporto fondato sulla protezione anche del crimine quando serve a tutelare gli interessi geopolitici.
La frettolosa liberazione del ricercato, al di là dei suoi aspetti giudiziari, ha palesato l’assoggettamento del governo italiano, indotto dal ricatto economico, e porta alla luce alleanze perverse finalizzate allo sfruttamento delle risorse naturali, in questo caso il petrolio.
L’approvvigionamento degli Stati privi di materie prime è, quindi, garantito da accordi spesso tenuti segreti e quindi sottratti al controllo e al dibattito pubblico.
La Libia possiede alcune delle più grandi riserve petrolifere dell’Africa. Secondo alcuni dati (rapporto Opec del 2021) la sua produzione ha superato addirittura quella della Nigeria, rendendo il Paese il primo produttore di tutta l’Africa.
Questa ricchezza classifica lo Stato nordafricano come uno dei partner commerciali più importanti del mercato energetico mondiale, nonostante la sua conclamata instabilità politica. Per quanto riguarda l’Italia, l’ENI è il principale operatore straniero.
Tutto il territorio del Sahel, che comprende l’intera area geografica tra il Sahara a nord e la savana a sud, è ormai diventato un terreno di scontro per conquistare il controllo delle risorse a discapito delle popolazioni.
Organizzazioni criminali, con manovalanza africana ma con guida e direzione finanziaria in Europa, America e Asia, sostenute in molti casi dall’Occidente, ma anche dalla Russia, si inseriscono nell’amministrazione politica dei governi locali. E quando non ci riescono non fanno molta fatica a sostenere guerriglie di connotazione ideologica religiosa che nasconde interessi assai materiali.
E a causa della corruzione dilagante, ogni tentativo di resistenza da parte dei cittadini africani viene sistematicamente represso.
In questo contesto, i criminali come Al Masri, vengono protetti per non destabilizzare il delicato equilibrio di interdipendenza reciproca, e sono perfettamente consapevoli della loro impunità internazionale.
Valentina Vergani Gavoni
valentinaverganigavoni@gmail.com
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Giornalismo con la G maiuscola , complimenti. Un abbraccio