Gaza: bimbi ammazzati
Massimo A. Alberizzi
23 luglio 2025
Francamente dispiace constatare come un intellettuale capace di ingegnose e articolate combinazioni ed elaborazioni teoriche sia caduto superficialmente nelle braccia della antistorica narrazione del genocidio che sta devastando la Palestina e la Striscia di Gaza. Con un articolo pubblicato da il Mulino il professor Sergio Della Pergola abbandona ogni remora civile e si lancia in una esposizione piuttosto curiosa con interpretazioni storiche discutibili e giudizi infondati, o meglio fondati solo su considerazioni di parte. Il tutto per giustificare una acritica adesione al sionismo di Netanyahu e alla difesa dei massacri indiscriminati sulla popolazione civile a Gaza da parte delle truppe israeliane.
Ad esempio, il docente comincia il suo saggio parlando di “un piano concordato fra la Repubblica islamica dell’Iran e i suoi alleati in Medioriente, in particolare Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza, orientato a distruggere lo Stato d’Israele”.
Non sapevo che il professor Sergio Della Pergola fosse un investigatore o un giornalista investigativo e che fosse riuscito a mettere le mani su documenti che provano la presenza di questo piano. Sarei felice di saperne di più. Per esempio, dov’è questo piano? Chi ha trovato queste prove?
Nel lungo articolo, ripeto pieno di inesattezze e di interpretazioni personali, Della Pergola non usa mai la parola genocidio. Invece massacro viene utilizzata solo in relazione al disumano attacco di Hamas del 7 ottobre.
Non si è accorto Della Pergola che a Gaza è in corso un genocidio. E chi lo commette è proprio Israele. Non è una mia opinione o l’opinione di qualche acritico filopalestinese. E’ un fatto documentato. Un fatto analizzato da massimi esperti internazionali, anche israeliani. Certo, non accecati dal sionismo.
Israele, caro professor Della Pergola, non tiene conto di regole internazionali, e di delibere di organismi come la Corte Internazionale di Giustizia che già ben 16 mesi fa aveva ammonito. “Fermate Israele prima che abbia inizio il genocidio”. Pare che Della Pergola non sappia che la Corte e non solo, anche le Nazioni Unite, abbia dichiarato l’occupazione israeliana illegale, una forma di aggressione condita con segregazione razziale di sudafricana memoria.
La Corte ha chiesto lo smantellamento delle colonie in Cisgiordania e il ritiro dell’esercito. Ma non solo: ha anche ricordato che l’autodifesa non si invoca contro chi è sotto occupazione.
Non possiamo e non vogliamo negare che l’assalto di Hamas del 7 ottobre sia stato ignobile come qualunque attacco contro i civili inermi. Ma si rende conto, professore, che lo sterminio di civili di Gaza è enormemente più disumano, feroce e crudele? A me sorprende che un intellettuale come lei non riesca cogliere la differenza tra la violenza esercitata dagli oppressori e quella messa in atto dagli oppressi. O forse non riesce a cogliere la difformità perché fuorviato da un’ideologia sionista che somiglia sempre più a quella nazista?
Caro professore, il genocidio lo commette chi vuol distruggere deliberatamente, totalmente o parzialmente, un gruppo in quanto tale. Non contano i mezzi, che siano camere a gas, machete, droni, cannonate. Il disegno è quello che conta: ammazzare, torturare, affamare, spezzare mentalmente o fisicamente, infliggere intenzionalmente condizioni di vita intollerabili a un gruppo allo scopo di distruggerlo. Questo si chiama genocidio. Questo facevano i nazisti per raggiungere il loro obiettivo: distruggere intenzionalmente gli ebrei.
Professor Della Pergola, io le chiedo: a Gaza non sta succedendo la stessa cosa, ma contro i palestinesi? Israele non sta forse ammazzando civili inermi con bombe, proiettili e droni? Il bilancio parla di 60.000 morti tra cui oltre 16 mila bambini. Lo Stato ebraico, professore non ha raso al suolo case, scuole, chiese, ospedali, campi agricoli pure cimiteri? E oggi non sta deliberatamente impedendo che aiuti alimentari e sanitari raggiungano migliaia di persone malate, ferite e affamate?
Lo sa professore che i morti per fame, malattie, ferite non curate, stenti potrebbero essere 300 mila? E sa che lo Stato che lei difende ha torturato prigionieri, anche medici e giornalisti, alcuni dei quali stuprati pure con cani e bastoni. Lei lo sa che le prigioni di quello che molti definiscono impropriamente “l’unico Paese democratico del Medio Oriente” sono piene di prigionieri senza processo inchiodati da accuse quasi mai corroborate da prove?
Con una operazione di dubbio valore etico, la curiosa “democrazia” israeliana tenta di trasformare le vittime in carnefici. Non è così che si rende giustizia alla storia.
Naturalmente Israele vuole tenere il palcoscenico di questo teatro dell’orrore lontano dagli occhi indiscreti del pubblico e allora che fa? Non fa entrare a Gaza i giornalisti stranieri. Già: i killer più spietati non vogliono testimoni e quando ci sono li ammazzano. Oltre 200 operatori dell’informazione sono stati massacrati a Gaza a sangue freddo.
Professore se lei ignora tutto questo è grave, ma purtroppo fa parte di quella dose di ignoranza che pesa come un macigno sulla coscienza di pseudo intellettuali. Se invece è consapevole del disastro che si sta consumando a Gaza, posso solo constatare una cosa: ha perso ogni briciolo di umanità.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
X: @malberizzi
P.S. L’articolo di Sergio Della Pergola ha provocato la reazione di 22 soci de “Il Mulino” che hanno scritto la loro risposta, che trovate qui. Il direttore della storica rivista della sinistra illuminista, Paolo Pombeni, ha pensato bene di pubblicarla con un suo personale distico che, invece di gettare acqua sul fuoco, rischia di accendere ancora di più gli animi.
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza ai numeri
+39 345 211 73 43 oppure +39 377 090 5761
Ci si può abbonare gratuitamente ad Africa Express sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress
e sul canale Whatsap https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R
Africa ExPress Milano, 3 dicembre 2025 Sabato e domenica prossime 6 e 7 dicembre a…
Speciale per Africa ExPress Cornelia Toelgyes 1° dicembre 2025 Il primo ministro togolese, Faure Gnassingbé…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 30 novembre 2025 Basta file ai distributori di…
L'imam di Torino Mohamed Shahin aveva definito "resistenza" l'attacco del 7 ottobre. Troppo per…
Dal Nostro Redattore Difesa Antonio Mazzeo 28 novembre 2025 Nonostante gli screzi e le tensioni (più…
Africa ExPress Bissau 26 novembre 2025 Fino a poche ore fa non era chiaro se…
View Comments
Ammesso e non concesso che esista un piano per distruggere Israele, lo sterminio della popolazione palestinese rimane un crimine senza attenuanti.
un plauso a Marco Bertolini, da sempre ufficiale corretto nelle sue analisi!
Se il massacro del 7 ottobre era parte di un piano per distruggere Israele, come scrive il Prof. Della Pergola - e come sembra anche dai documenti trovati a Gaza dalle forze israeliane e da una lettera scovata dopo l’uccisione di Sinwar - resta da chiarire fino in fondo il ruolo sia dell’Iran che di Hezbollah. Da un lato, ad esempio, l’Iran, sponsor finanziario e militare di Hamas, per bocca dell’allora vicepresidente Zarif ha affermato che non era al corrente dell’attacco che, al contrario, avrebbe minato i negoziati con gli USA sul nucleare. Dall’altra, un articolo esclusivo dell’Orient-Le jour del 9 ottobre 2023 riporta di come Hamas, Hezbollah e l’Iran abbiano pianificato “minuziosamente” per mesi a Beirut l’offensiva del 7 ottobre. A maggio di quest’anno si viene a sapere che nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2023 una delegazione di Hamas avrebbe informato il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah che stava per cominciare l’assalto allo scopo di catturare degli ostaggi. Nasrallah, contrario ad una guerra allargata alla regione, avrebbe assicurato un fronte di sostegno dal sud del Libano per alleggerire la pressione di Israele su Gaza, come effettivamente è stato. Il 24 giugno poi, il Jerusalem Post rivela la scoperta, dopo l’uccisione di Sinwar, di una lettera dei capi di Hamas indirizzata a Hassan Nasrallah e forse inviata la mattina del 7 ottobre 2023, in cui addirittura si scusano di non averlo informato dell’attacco imminente. Insomma ad oggi parecchie le cose restano da chiarire. Nel suo articolo il Professore cita la carta costitutiva di Hamas del 1988 come codifica della resistenza violenta attuata contro la mera esistenza di Israele. Come si sa c’è un secondo manifesto politico del 2017 in cui Hamas parla di uno stato palestinese nei confini del 1967, che è un implicito riconoscimento di Israele, cui non è stato dato seguito. E a proposito delle vittime civili continua a parlare di “danni collaterali”: rispetto al passato le guerre non si raccontano più spostando le bandierine sulla cartina, i morti hanno un nome e un cognome, sono vite spezzate. Altri parametri e categorie, altri mezzi di indagine e di informazione sovrintendono la storiografia e la coscienza dei cittadini del XXI secolo. Quanti sono i cosiddetti “danni collaterali” a Gaza? Se le cifre fornite da Hamas sono inaffidabili come sostiene qualcuno, quanti sono i morti contati da Israele?
Grazie delle puntualizzazioni, assai interessanti.