AFRICA

Mozambico, fondi USA in soccorso alla francese TotalEnergies per riaprire i cantieri di gas

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
10 maggio 2025

Il progetto di estrazione di gas naturale liquefatto (GNL-LNG) a Cabo Delgado nel nord del Mozambico cinque anni fa aveva un valore stimato di 20 miliardi di dollari. Oggi ne occorrono tra 24 e 26 miliardi (tra 21,3 e 23 miliardi di euro).

La tempesta perfetta

La multinazionale francese TotalEnergies, operatore di Mozambique LNG, sta rifacendo i conti dopo la “tempesta perfetta” che ha fatto lievitare i costi del progetto.

Una tempesta cominciata con il terrorismo jihadista a fine 2017 nell’area degli enormi giacimenti di gas. Poi è arrivata la pandemia di Covid-19 che ha rallentato i lavori nel cantiere.

Nel 2021 i jihadisti hanno assediato Palma, “capitale” dell’area, per una settimana. L’occupazione ha fatto migliaia di morti tra la popolazione e il personale tecnico dei cantiere TotalEnergies della penisola di Afungi.

Poi l’occupazione russa dell’est dell’Ucraina e la guerra a Gaza, sono tutti fattori che hanno contribuito allo slittamento del budget pianificato nel 2019.

Mappa onshore e offshore dei giacimenti di GNL) (Courtesy Mozambique LNG)

Questo progetto s’ha da fare

Ora i dirigenti di TotalEnergies stanno misurando i costi effettivi per la costruzione dei due treni di liquefazione da 13 milioni di tonnellate all’anno. E stanno calcolando i costi aggiuntivi del budget da comunicare ai sei partner di Mozambique LNG.

Tre aziende sono indiane (ONGC Videsh, Beas Rovuma Energy Mozambique e BPRL Ventures Mozambique) hanno il 10 per cento ciascuna. La giapponese Mitsui ha il 20 per cento, la tailandese PTTEP l’8,5 e la compagnia mozambicana di Stato ENH il 15 per cento.

Tutti i partner conoscono la situazione e sanno che è necessario rivedere i costi e la multinazionale energetica francese dovrà comunicarne la decisione al governo mozambicano.

Incontro Pouyanné e Chapo

Nel frattempo a marzo c’è stato un incontro tra Patrick Pouyanné,  l’amministratore delegato di TotalEnergies, e il neo-presidente mozambicano Daniel Chapo.

Il capo dello Stato, insediatosi nel gennaio scorso, conosce bene la situazione di Cabo Delgado. Nel 2015 è stato amministratore del distretto di Palma e, come presidente, è tornato a Cabo Delgado a febbraio.

Da sinistra: Patrick Pouyanné, amministratore delegato di TotalEnergies, e il presidente mozambicano Daniel Chapo

Chapo e Pouyanné hanno parlato a lungo soprattutto della situazione dei militari ruandesi che difendono i cantieri Total nella penisola di Afungi.

Dopo la fine della missione militare SADC in Mozambico (SAMIM) contro i jihadisti di Isis-Mozambico le truppe ruandesi sono rimaste a Cabo Delgado. Secondo Africa intelligence, non si capisce ancora come il presidente mozambicano abbia intenzione di muoversi.

Miliardi e imprese dagli USA

Per il progetto Mozambique LNG, il 13 marzo scorso, è arrivato una boccata d’ossigeno che potrebbe, a breve, riavviare i lavori di TotalEnergies. Il consiglio di amministrazione della Export-Import Bank of the United States (EXIM) ha approvato un prestito: 4,7 miliardi di dollari (4,2 mld di euro).

“Sosterrà l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione dell’impianto GNL onshore, delle strutture connesse e delle attività offshore” – dice la nota EXIM – .

“È la più grande operazione nei 91 anni di storia di EXIM. Genererà 600 milioni di dollari in interessi e commissioni per il Tesoro degli Stati Uniti. Tutto questo sarebbe andato ai produttori cinesi e russi se non fosse stato per la leadership del Presidente Trump” – ha affermato il vicepresidente ad interim di AXIM, Jim Burrows -.

TotalEnergies cerca ulteriori finanziamenti: almeno 1,3 miliardi di dollari (1,1 mld di euro).

Crediti foto:
– Patrick Pouyanné
By Jérémy Barande / Ecole polytechnique Université Paris-Saclay, CC BY-SA 2.0, Link
– Daniel Chapo.
By ElBarcobasurero – L’immagine è stata estratta da un altro file, CC BY-SA 4.0, Link

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

X (ex Twitter):
@sand_pin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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