Impunità e cinismo di Israele: distrutto l’ultimo ospedale di Gaza

L'attacco giustificato millantando la solita vecchia e stucchevole scusa che nella struttura era presente un centro di comando e controllo di Hamas che però ha smentito

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Speciale per Africa Express
Federica Iezzi

Di Ritorno Da Gaza, 14 aprile 2025

Ci vollero 5 mesi dal primo attacco all’ospedale arabo Al-Ahli, nell’ottobre 2023, per decretare la responsabilità diretta di Israele. Ma ormai era troppo tardi. L’esercito di Netanyahu aveva bombardato, distrutto e assediato quasi tutti gli ospedali di Gaza.

Con quello della domenica delle Palme, siamo al quinto attacco israeliano, in 18 mesi, sull’ospedale Al-Ahli, l’ultimo pienamente funzionante a Gaza City. E tutto continua a passare inosservato, il mondo non ha ancora voltato pagina, continua a considerare ordinari i bombardamenti israeliani sulle strutture sanitarie e ordinaria l’impunità dell’esercito di Tel Aviv, per gravi violazioni del diritto internazionale.

Al-Ahli Arab Baptist hospital, Gaza City [photo credit al-Jazeera]

L’esercito israeliano, appoggiato dallo Shin Bet (agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele) ha condotto un attacco chirurgico, millantando la solita vecchia e stucchevole scusa che nell’ospedale era presente un centro di comando e controllo, utilizzato da Hamas.

Infondate affermazioni

Niente di più falso. Mahmoud Basal, portavoce della difesa civile di Gaza, ha definito infondate le affermazioni israeliane riguardo l’attività militante di Hamas all’interno dell’ospedale.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno affermato di aver adottato misure per mitigare i danni ai civili e al complesso ospedaliero, tra cui l’emissione di ordini di evacuazione nella zona, l’uso di munizioni di precisione e la sorveglianza aerea. Venti minuti. Questo il tempo che l’esercito israeliano ha concesso ai palestinesi per evacuare un intero ospedale. Poi lo schianto. La distruzione.

Persino i rappresentanti governativi di Paesi allineati con Israele hanno espresso – seppur molto moderatamente – preoccupazione. In Germania, il Ministro degli Esteri uscente, Annalena Baerbock, si è interrogata sulla fattibilità di evacuare gli ospedali in tempi così limitati.

L’ospedale Al-Ahli è uno degli almeno 36 ospedali bombardati e incendiati dall’esercito israeliano dall’inizio della guerra a Gaza. Sempre con lo stesso raccapricciante schema.

Servizi inagibili

La distruzione di uno degli edifici principali dell’ospedale, l’inagibilità di quasi tutti i reparti e i servizi, l’inutilizzabilità dei materiali sanitari, sono crimini israeliani deliberati, volti a smantellare la già fragile infrastruttura medica della Striscia di Gaza.

L’attacco ha di fatto paralizzato i servizi medici a Gaza City. Il personale sanitario era riuscito a preservare risorse limitate nonostante mesi di guerra. L’ospedale ha assistito oltre un milione di residenti nel nord di Gaza. Centinaia di sfollati erano rifugiati anche nel suo cortile.

Corridoio di Morag

L’attacco all’ospedale è avvenuto il giorno dopo che le forze israeliane hanno occupato un corridoio chiave a Gaza e hanno annunciato l’intenzione di espandere la loro campagna militare di terra in tutta l’enclave.

Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato che l’esercito ormai controlla completamente il “Corridoio Morag” tra le città meridionali di Rafah e Khan Younis. Il corridoio fa parte di quella definita come “zona di sicurezza israeliana”.

La scorsa settimana una delegazione di Hamas ha lasciato Il Cairo senza aver compiuto alcun progresso, nei colloqui con i mediatori egiziani, volti a raggiungere un nuovo accordo di cessate il fuoco. Il tutto a causa del netto rifiuto di Israele di impegnarsi a porre fine alla guerra e di ritirarsi dalla Striscia di Gaza. Al contrario Hamas ha mostrato flessibilità riguardo alla progressione nelle trattative.

Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
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