Drone maliano abbattuto dall'Algeria
Cornelia I. Toelgyes
10 aprile 2024
Nulla di nuovo all’orizzonte. Tra Algeria e Mali non corre buon sangue da tempo e basta un nonnulla per far riesplodere tensioni, mai risolte definitivamente.
Nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile l’Algeria ha abbattuto un drone maliano, nella zona di Tinzaouatène, alla frontiera tra i due Paesi, e ha subito rivendicato l’attacco, chiarendo che l’aereo senza pilota di Bamako avrebbe sconfinato di due chilometri nel proprio territorio. “L’intervento è stato necessario per difendere i nostri confini nazionali”, hanno precisato le autorità algerine.
Bamako, invece, ha smentito categoricamente le affermazioni della Difesa algerina. Il suo capo di Stato maggiore, Oumar Diarra, ha sostenuto: “Il drone ha sorvolato il nostro territorio, nessuna penetrazione in Algeria”. E, secondo le autorità, il loro mezzo senza pilota avrebbe dovuto identificare e colpire ribelli indipendentisti dell’Azawad (FLA) – la cui roccaforte si trova nell’area di Tinzaouatène – mentre partecipavano a una importante riunione.
Dopo che la giunta militare di transizione del Mali, ha dichiarato nullo il “Trattato di Algeri”, cioè l’accordo di pace del 2015 con gli indipendentisti tuareg, i ribelli hanno ripreso la lotta armata. Da allora il regime di Bamako li considera terroristi, alla stessa stregua dei jihadisti.
Dagli gli scontri dello scorso anno, quando sempre nella stessa area di Tinzaouatène i miliziani uccisero diversi soldati e parecchi mercenari russi dell’Africa Corps (ex Wagner), è partita la caccia al tuareg.
Il relitto del drone abbattuto è stato trovato dagli indipendentisti tuareg di FLA sul lato maliano del confine, vicino alla città di frontiera di Tinzaouatène. Hanno pubblicando le immagini dei rottami, senza però dare altre spiegazioni.
In seguito all’incidente”, il 7 aprile i due Paesi hanno reciprocamente chiuso il proprio spazio aereo: cioè nessun velivolo proveniente dal o per il Mali può sorvolare l’Algeria e viceversa. Tali disposizioni non riguardano solo jet militari, ma anche quelli civili e commerciali di compagnie nazionali e internazionali.
Rien ne va plus: sia Algeri, sia Bamako hanno richiamato i propri ambasciatori. Anche il Niger e il Burkina Faso, Stati membri insieme al Mali di AES (Alleanza degli Stati del Sahel) hanno convocato in patria il loro rappresentante diplomatico accreditato nel Paese nordafricano.
Non solo. I leader di Mali, Niger e Burkina Faso, hanno accusato il regime di Algeri di aver commesso un atto in totale violazione del diritto internazionale, definendo il fatto come “l’ennesima provocazione del regime algerino”.
Ora i due Paesi – Algeria e Mali – secondo quanto riportato da RFI –, hanno scritto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per denunciare la grave crisi diplomatica in atto. Dal canto suo Bamako accusa Algeri di un fatto ostile e di sostenere il terrorismo, mentre la controparte incolpa la giunta militare di aver invaso il proprio spazio aereo e di aver riportato false accuse.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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