Cornelia I. Toelgyes
2 febbraio 2023
Il Quai d’Orsay, sede del ministero degli Esteri francese, ritirerà i quattrocento militari delle forze speciali dal Burkina Faso entro un mese, giacché il governo burkinabé ha comunicato ufficialmente a Parigi di voler rescindere l’accordo sulla difesa siglato nel 2018.
Nel mandato dei militari d’oltralpe, pur occupando una caserma vicino alla capitale Ougadougou, non è stato previsto un loro intervento nella lotta contro i terroristi, sempre più attivi nella ex colonia francese.
Il provvedimento preso dalle autorità del Paese, molto simile a quello deciso dal governo di transizione militare in Mali un anno fa contro Barkhane, hanno ovviamente alimentato speculazioni circa un ravvicinamento di Ouagadougou alla Russia, in particolare con il gruppo Wagner, già presente in altri Stati del continente.
Parigi ha fatto sapere che una parte dei suoi militari saranno trasferiti in Niger.
Dopo la richiesta della giunta militare al potere di ritirare le forze speciali francesi, Parigi ha richiamato il suo ambasciatore accreditato a Quagadougou per colloqui. Ma già tempo fa le autorità burkinabé avevano chiesto che Luc Hallade venisse sostituito.
Mentre continuano le bagarre diplomatiche, non si arrestano gli attacchi dei jihadisti nel Paese. Secondo alcuni comunicati emessi lunedì da autorità locali, nonché dalla forze armate, in due diverse aggressioni sarebbero morte almeno 28 persone, tra questi sia civili che militari.
La prima offensiva da parte dei presunti terroristi risale a domenica scorsa. E, secondo il governatore della regione delle Cascate, nel sud del Paese, al confine con la Costa d’Avorio, sono stati trovati i corpi crivellati di bossoli di 15 persone. vicino al villaggio di Linguekoro.
Un gruppo di uomini armati avrebbe attaccato due automezzi da trasporto, sul quale viaggiavano anche 16 donne, che, insieme a uno degli uomini, sarebbero poi state rilasciate.
Il secondo attacco è avvenuto il giorno seguente, nella regione del Sahel, al confine con il Niger. E, come riferito nel comunicato delle forze armate, i miliziani si sarebbero lanciati contro gendarmi e Volontari della Difesa per l Patria (VDP), che hanno una base a Falagountou.
Mentre in due attacchi dello scorso 25 gennaio, sarebbero state ammazzate una decina di persone a Dassa, nel centro-ovest della ex colonia francese, a soli 140 chilometri dalla capitale. E anche la settimana precedente è stata segnata da diverse altre aggressioni terroriste. Insomma, un inizio dell’anno da dimenticare.
Ibrahim Traoré, presidente di transizione dopo il colpo di Stato del 30 settembre 2022 – il secondo in otto mesi – si è posto l’obiettivo di “recuperare i territori occupati dalle orde di terroristi”, ma finora il problema non è stato risolto. Un terzo del Paese è ancora controllato da vari gruppi armati legati ad Al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico.
Per rafforzare i rapporti con il vicino Mali, il premier Apollinaire Joachim Kyelem de Tambela, si è recato mercoledì a Bamako, dove è stato accolto con tutti gli onori.
Il capo del governo burkinabé, oltre essersi intrattenuto con il suo omologo maliano, Choguel Maïga, è stato ricevuto anche dal presidente della transizione, Assimi Goïta, al quale ha consegnato un messaggio personale del suo omologo Traoré.
Durante il breve soggiorno del premier di Ouagadougo a Bamako, sono state toccate diverse tematiche tra queste anche la lotta contro il terrorismo e una migliore la collaborazione dei due Paesi in questo ambito. Finora, come precisa Serge Daniel, giornalista ben informato sulle questioni del Sahel, non sono stati resi noti ulteriori dettagli.
Cornelia Isabel Toelgyes
Corneliacit@hotmail.it
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