26 aprile 2022
Grazie all’intervento e la collaborazione del Sultanato dell’Oman, sono stati trasferiti da San’a’, la capitale dello Yemen, a Muscat 14 stranieri.
Le persone liberate sono di diverse nazionalità, tra loro: un britannico con moglie e figlio, 7 indiani, un filippino, un etiope e un birmano. Undici facevano parte dell’equipaggio del cargo Rwabee, battente bandiera degli Emirati Arabi, sequestrato il 3 gennaio dai ribelli houthi. (https://www.africa-express.info/2022/01/18/guerra-in-yemen-cargo-degli-emirati-sequestrato-dai-ribelli-huthi/)
Il cittadino britannico, Luke Symons, era in mano ai ribelli dal 2017. E’ stato arrestato con la moglie yemenita, poi liberata, perchè accusati di spionaggio, incriminazione che la famiglia ha sempre respinto.
Liz Truss, segretario di Stato per gli Affari Esteri del governo di Londra, ha confermato la liberazione di Symons, specificando che è stato arrestato arbitrariamente; durante gli anni di detenzione sarebbe stato anche torturato. “Presto potrà ricongiungersi con i suoi familiari, ringrazio i nostri partner omaniti e sauditi, nonché il nostro team per aver contribuito al suo rilascio”, ha aggiunto la Truss”.
Mohammed Abdulsalam, incaricato dei negoziati da parte dei ribelli houthi, che controllano gran parte del nord del Paese, ha detto che le persone sono state rilasciate grazie alla mediazione dell’Oman, senza dare altre precisazioni.
Dal canto suo il ministero degli Esteri dell’Oman ha sottolineato che l’Arabia Saudita avrebbe dato una mano per il rilascio dei permessi, necessari al trasferimento delle persone liberate dai ribelli, per poter così raggiungere Muscat con un aereo dell’Oman Royal Air Force. Nei prossimi giorni potranno ritornare nei propri Paesi.
Il 2 aprile scorso è entrato in vigore un cessate il fuoco di 60 giorni, tregua concordata grazie alla mediazione dell’ONU e agli sforzi internazionali e regionali volti a trovare una soluzione al conflitto che ha devastato il Paese più povero del mondo arabo, spingendolo sull’urlo della carestia.
Purtroppo in alcune parti del Paese i combattimenti non sono cessati, come a Marib, che dista 170 chilometri dalla capitale. A febbraio OXFAM (acronimo inglese per Oxford Committee for Famine Relief) aveva fatto sapere che nel ricco governatorato ci sono almeno un milione di sfollati. Già allora la ONG aveva lanciato un appello per un immediato cessate il fuoco e la ripresa dei dialoghi tra le parti.
Africa ExPress
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