Coppa d’Africa: Camerun vs Camore, 8 morti e 38 feriti all’entrata dello stadio

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8 morti, 38 feriti, all'entrata dello stadio "Paul Biya", CAN 2021, Camerun

Dal Nostro Inviato Speciale e Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
Nairobi 25 gennaio 2022

Doveva essere una serata di calcio gioiosa quella dì lunedì sera. Il Camerun giocava in casa contro una delle rivelazioni della 33esima edizione della Coppa d’Africa: la nazionale delle Isole Comore, qualificatasi per la prima volta agli ottavi di finale. Il Camerun sperava di farne un solo boccone.

È stata invece una giornata dolorosa per il calcio africano. La partita si è conclusa si’ con la vittoria faticosa della squadra di casa, ma con uno spaventoso bilancio di 8 morti, fra cui due donne e un ragazzo di 14 anni, e 38 feriti, di cui sette in modo grave. Fra questi anche un bebè, ricoverato in fin di vita. Tutti sono stati trasportati in ospedale, ma con difficolta, perché il caos era tale nei dintorni dello stadio, che ha rallentato il traffico delle ambulanze.

8 morti, 38 feriti, all’entrata dello stadio “Paul Biya”, CAN 2021, Camerun

La tragedia è avvenuta all’entrata sud del nuovissimo impianto da 60 mila posti “Paul Biya” (il nome del dittatore che governa il Camerun. ndr)  del quartiere di Olembè, a circa 13 km dalla capitale Yaoundé.

Già qualche ora prima del match si erano formate code disordinate di tifosi che volevano entrare senza biglietto e senza la certificazione obbligatoria anti-COVID. Secondo alcune fonti di polizia, la massa che premeva sarebbe stata addirittura di migliaia di persone.

A un tratto i servizi di sicurezza non sono più riusciti a tenere sotto controllo la situazione. Molti abusivi si sono infilati nello stadio, ma – secondo una testimonianza raccolta da Africa ExPress – 28 minuti prima che l’arbitro etiope Bamlak Tessema Weyesa fischiasse l’inizio, è stato l’esordio della tragedia.

La calca spaventosa ha schiacciato tanti aspiranti spettatori contro i cancelli, altri sono rimasti intrappolati in mezzo a chi si dava alla fuga precipitosa.

La capienza dello stadio, costruito da un’impresa italiana, inaugurato il 3 settembre scorso, e dedicato all’ottantottenne presidente della Repubblica, era stata ridotta a 50 mila posti in ragione della pandemia.

E proprio il capo di Stato ha disposto l’apertura di un’inchiesta “perché sia fatta piena luce sul tragico incidente”. Il governo a sua volta ha lanciato un appello “una volta di più a tutti i camerunesi affinché diano prova di senso di responsabilità, disciplina e al civismo per la completa riuscita di questa grande festa sportiva”.

Anche la CAF, l’organismo organizzatore del grande evento sportivo, pur tardiva nell’esprimersi sull’accaduto, alla fine ha stabilito di aprire un’inchiesta e ha disposto la chiusura dello stadio.

Nel frattempo sono esplose le polemiche. Secondo molti commentatori questa tragedia si poteva evitare. Una conferma illuminante e agghiacciante allo stesso tempo viene dalla dichiarazione di uno steward dello stadio, rilasciata al giornalista Boris Bertolt -noto scrittore e giornalista di opposizione, critico verso la stampa ufficiale – del sito Camerounweb.com: “Quello che abbiamo vissuto è frutto della cattiva gestione degli uomini. A cominciare dai miei colleghi, che per denaro fanno entrare chi è senza biglietto. D’altra parte noi siamo mal pagati, senza orari, senza cibo e senza acqua…”.

“E non parliamo della forze di sicurezza, su cui ricade la maggiore responsabilità – ha continuato lo steward -. Erano sottodimensionate per affrontare 56 mila spettatori, quanti ne erano previsti. Nella zona S, dove è avvenuta la tragedia, il controllo col metaldetector è stato troppo lento, estremamente lento. Senza contare che gendarmi e poliziotti fanno entrare loro amici e questo aumenta il disordine. Nel caos, un mio collega ha rischiato di perdere un braccio”.

E poi il fatto più grave: “Il ritardo nell’apertura dei cancelli, avvenuta solo alle 17, mentre fuori c’erano tifosi già da mezzogiorno. E 28 minuti prima del via, mentre le squadre effettuavano il riscaldamento, è stato l’inferno”.

Tornando a parlare di calcio, ammesso che si possa dopo una evento così nefasto, le Isole Comore lasciano il torneo dopo una onorevolissima sconfitta per 1-2. Oltretutto la matricola dell’Oceano indiano era scesa in campo senza un portiere, vittima del COVID (fra i pali aveva schierato un terzino) ed era rimasta in 10 uomini dopo 5 minuti per l’espulsione del capitano Nadia Abdou.

Va avanti, quindi il Camerun, che avrà come prossimo avversario il Gambia, altra esordiente assoluta. Gli Scorpioni di Banjul procedono ai quarti di finale dopo aver sconfitto, nella stessa maledetta serata di lunedì, allo stadio di Bafoussam, la Guinea 1-0. Grazie al goal dell’italiano del Bologna Musa Barrow.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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Camerun: Coppa delle Nazioni Africane, palloni e pallottole, goal e sparatorie.

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