Adama Barrow, presidente del Gambia
Cornelia I. Toelgyes
6 dicembre 2021
Era già nell’aria appena iniziato lo spoglio, mentre i presidenti dei seggi contavano le biglie. Poi ieri sera la Commissione elettorale ha riconfermato Adama Barrow come capo dello Stato del Gambia. Il presidente uscente ha vinto la tornata elettorale con oltre il 53 per cento delle preferenze. Il tasso di partecipazione è stato piuttosto alto: l’89 percento degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne.
Visibilmente commosso, ieri sera Barrow è salito sulla tribuna insieme alle sue due mogli, e, rivolgendosi ai suoi elettori ha detto: “La democrazia ha sposato la nostra causa, ci aiuterà a gestire e governare il Paese senza problemi per i prossimi cinque anni”. La piazza centrale di Banjul era gremita dei suoi sostenitori, soprattutto giovani, molti indossavano T-shirt con la foto del presidente.
I candidati in lizza alle presidenziali erano sei. Tre di loro hanno contestato il risultato elettorale ancora prima che venisse ufficializzato dalla Commissione elettorale; tra questi anche Ousainou Darboe, avvocato e ex vicepresidente e ex ministro di due dicasteri del primo governo Barrow, e uno dei favoriti di queste elezioni; è fondatore di UDP, ex partito del presidente uscente, del quale è considerato il mentore politico.
Barrow è stato eletto per un primo mandato nel 2016, e, grazie a questa vittoria, dopo infinite trattative, il dittatore Yahya Jammeh, che aveva regnato con pugno di ferro il Gambia, piccola enclave nel Senegal, per 22 anni, ha dovuto consegnare lo scettro. Oggi Jammeh è in esilio in Guinea Equatoriale, dove è al potere il più anziano leader africano, Teodoro Obiang, sanguinario dittatore dal 1979.
Durante il suo secondo mandato Barrow dovrà affrontare diverse sfide, tra queste: innanzi tutto lo sviluppo economico del Gambia, terminare il progetto di nuova Costituzione, l’attuazione delle raccomandazioni della commissione Verità e Riconciliazione per le vittime dell’ex regime. Adama Barrow dovrà poi lavorare duramente sull’unità del Paese, profondamente diviso durante il passato regime con molte spaccature evidenti ancora oggi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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