AFRICA

I fedeli del deposto leader Al Bashir si ribellano: sventato un loro colpo di Stato

Africa ExPress
21 settembre 2021

Stamattina, alle prime ore dell’alba, un gruppo di ufficiali sudanesi – non si sa ancora bene se islamisti o sostenitori del deposto presidente Omar al Bashir – hanno tentato un colpo di Stato. Secondo alcune informazioni frammentarie un drappello si è diretto verso il palazzo della televisione di Stato a Omdurman, città gemella di Khartoum, situata sulla sponda occidentale del Nilo, un secondo ha tentato di  raggiungere il commando generale dell’esercito e altri piccoli gruppetti hanno cercato di impadronirsi dei ponti che collegano i tre quartieri della capitala: Khartoum, Omdurman e Khartoum Nord.

Tre fonti militari e un alto funzionario del governo di transizione hanno confermato che 40 militari, appartenenti a diversi corpi dell’esercito, sono già stati arrestati.

Sudan, Khartoum, tentato colpo di Stato

Secondo quanto riportato da Sudan Tribune, giornale on-line con base a Parigi, hanno evitato le manette alcuni quadri  delle truppe corrazzate, coinvolti anch’essi nel tentato putsch. Il loro quartier generale sarebbe stato circondato e negoziati sarebbero tutt’ora in corso per trattare la loro resa.

Mohamed al-Faki, membro e portavoce del Consiglio Sovrano, cioè il governo provvisorio al potere dalle rivolte dello scorso anni, tramite un messaggio postato sui social media, ha rassicurato la popolazione che la situazione ora è sotto controllo.

Poco fa un portavoce del governo ha riferito che i militari coinvolti nel fallito putsch erano tutti legati a Omar al Bashir, ex-presidente del Sudan, deposto con un colpo di Stato militare nell’aprile 2019. L’ex uomo forte del Sudan è indagato per crimini di guerra commessi nel Darfur dalla Corte Penale Internazionale e dal 2009 pende un mandato di arresto su di lui. Ora le autorità di Khartoum sono in procinto di consegnarlo al tribunale dell’Aja.

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Notizia in aggiornamento

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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