La vergogna della dittatura Eritrea: l’eroe Petros ha 70 anni. Da 20 è in carcere

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Speciale per Africa ExPress
Pier Mario Puliti
5 maggio 2021

Ogni anno, il 5 Maggio viene ricordato dagli studenti come il giorno della morte di Napoleone. Il 5 maggio è anche una data importante della storia dell’Etiopia: Il 5 maggio 1936, infatti, le truppe fasciste entrarono in Addis Abeba e il 5 maggio 1942 il Negus rientrò in Etiopia. Io, ogni anno, da 20 anni, in questo giorno ricordo il compleanno dell’amico Petros Solomon, nato il 5 Maggio del 1951.

Petros è stato ministro degli Interni, della Difesa, degli Esteri e delle Risorse Marine negli anni in cui l’Eritrea sembrava destinata ad un vero e proprio rinascimento civile, sociale e politico, dopo la proclamazione della propria indipendenza dall’Etiopia.

Petros Solomon durante un intervento all’ONU, subito dopo la liberazione dellì’Eritrea

Arrivò poi la scellerata guerra con l’Etiopia, voluta dal Presidente dell’Eritrea Isaias Aferwerki, quando nel Maggio del 1998, schierò l’intero esercito al confine tra i due Paesi, con la scusa di un’improbabile “campagna agricola”.

La reazione dell’allora primo ministro etiopico Meles Zenawi fu in un primo momento incerta e confusa ma, due anni dopo, nella primavera del 2000, le truppe etiopiche entrarono profondamente nel territorio eritreo, occupando gran parte del Paese.

Da quel momento iniziò la dittatura di Isaias che si rifiutò di applicare la Costituzione, scritta nel 1996, ed iniziò una repressione spietata contro i suoi stessi collaboratori, i suoi ex-compagni degli anni della lotta di liberazione.

Quindici di loro, tra cui alcuni ministri del governo, vennero imprigionati, la mattina del 18 Settembre del 2001. Tra loro c’era anche Petros che con insistenza si era opposto alla svolta autoritaria del presidente ed aveva chiesto, anche sugli organi di stampa indipendenti, con forza, l’applicazione della Costituzione. Iniziò il periodo buio del Paese, con migliaia di giovani che iniziarono a lasciare un Paese trasformato in una vera e propria prigione a cielo aperto.

Per il gruppo dei 15 funzionari del governo arrestati non c’è mai stato un vero capo d’accusa, nessun processo, nessuna condanna formale e nessuna possibilità di visita per i famigliari in carcere. Anche il luogo della detenzione è rimasto segreto. Alcuni di loro sono deceduti in prigione, di tutti gli altri si è persa ogni traccia. Il sanguinario dittatore eritreo avrebbe voluto che il mondo si dimenticasse di loro ma non è stato così ed ancora oggi noi li ricordiamo.

BUON COMPLEANNO PETROS!

Pier Mario Puliti
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