Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
26 febbraio 2021
L’invasione delle cavallette nel continente nero questa volta sembra non finire più. Soprattutto nel Corno d’Africa la situazione sta peggiorando nonostante i pesanti interventi per fermare i famelici insetti.
Le locuste del deserto (Schistocerca gregaria) ormai da oltre un anno continuano l’invasione dal Corno d’Africa fino all’Oceano Atlantico attraversando tutto il Sahel. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) la prossima generazione di cavallette porterà ulteriori danni ai raccolti. L’area maggiormente colpita continua ad essere il Corno con il Kenya che ha la maggiore affluenza di sciami. Il picco maggiore si è registrato il 1° febbraio scorso.
L’Agenzia ONU per l’alimentazione e l’agricoltura avverte che in Etiopia, Yemen, Somalia, Sudan e Kenya sono a rischio fame. In questi quattro Paesi le locuste possono minacciare i mezzi di sussistenza di oltre 39 milioni di persone. Negli ultimi mesi, nel Corno d’Africa, questi parassiti sono stati combattuti su un totale di 1,3 milioni di ettari. Ma nonostante gli sforzi, a causa dell’habitat favorevole per il cambiamento climatico, l’impatto di questi ortotteri non si ferma.
Le previsioni FAO parlano di condizioni meteo più secche del normale nelle aree di nidificazione primaverile del Corno d’Africa e Africa nord-occidentale. Nei giorni scorsi però nel Kenya settentrionale e nell’Etiopia meridionale è piovuto moderatamente. Piogge che potrebbero essere sufficienti per consentire agli sciami presenti in entrambi i paesi di maturare e deporre le uova.
Questo significa avere un’altra generazione di cavallette affamate e divoratrici. Solo la mancanza di pioggia a marzo e aprile porterebbe una stagione secca che potrebbe limitarne la riproduzione. Alcuni piccoli sciami si sono spostati dal Kenya meridionale al nord-est della Tanzania, dove sono stati segnalati vicino al monte Kilimangiaro.
Per continuare a combattere le insaziabili locuste del deserto, la FAO ha lanciato un appello: raccogliere 150 milioni di USD. Una cifra che serve per sostenere la risposta contro le cavallette in dieci paesi. Il finanziamento è urgentemente necessario per le operazioni di controllo e il sostegno ai mezzi di sussistenza.
Sandro Pintus
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