AFRICA

Libri: “In viaggio con il mio violino”, autobiografia di Stéphane Grappelli

Africa Express
Roma, 20 novembre 2020
di Maria Silva

“In viaggio con il mio violino” è il titolo italiano della autobiografia di Stéphane Grappelli, nei prossimi giorni in libreria.Ancora oggi, quando si parla di violino jazz, c’è solo un grande nome: Stéphane Grappelli.

Una vita durata quasi un secolo, tutta dentro il Novecento, un’infanzia sofferta, due guerre mondiali, l’incontro con Django Reinhardt, l’Hot Club de France, insomma una vita da leggenda che ancora – ma forse soprattutto – oggi affascina e appassiona, per la sua grande umanità, professionalità, tenacia, resilienza e grande senso dell’umorismo.

“Bastavano poche note strascicate del suo prezioso Guadagnini d’annata, per sprigionare una gioia di vivere d’altri tempi, con sentimento e brio dolcissimi” – scrisse il critico musicale Giacomo Pellicciotti all’indomani della sua morte avvenuta il primo dicembre del 1997 – “Ma la nostalgia non era quasi mai svenevole e sciropposo revival. Era piuttosto frutto di una cultura tradotta in linguaggio originale, inventato insieme a Django e ricco d’ influenze esotiche, ma senza dimenticare Ravel e Debussy.”

Ecco la parola magica: traduzione. Stéphane Grappelli (1908-1997) è stato un grande uomo capace di tradurre musicalmente una cultura, di aprirsi verso l’altro, con umiltà e grande slancio, senza paure. Del resto, tradurre significa proprio capire che siamo noi quello straniero che a volte temiamo: riconoscere questa alterità che ci compone può renderci persone migliori. E Stéphane Grappelli, insieme al suo grande amico manouche Django, ha fatto questo. Con la musica.

Hot Club de France Grappelli e Django

Per questo, o meglio anche per questo, trova la sua ragion d’essere la traduzione italiana della autobiografia di Stéphane Grappelli, con il titolo In viaggio con il mio violino, un’operazione editoriale dell’Associazione Gottifredo di Alatri (FR) e Ottotipi, casa editrice indipendente specializzata in libri di storia e critica musicale.

L’autobiografia, pubblicata in Francia nel 1992 con il titolo “Mon violon pour tout bagage”, è un memoir appassionante dove alla voce narrante di Stéphane si mescolano le voci dei tanti protagonisti della scena mondiale della musica. Grappelli fa un esame geografico dell’esperienza storica, di vita e di musica, con molta eleganza e un tocco straordinario di tenerezza, una lettura a ritroso di una vita da leggenda.

Orfano di madre a quattro anni; un padre, un hippie ante litteram, emigrato in Francia alla fine del 1800; la vita di ragazzo di strada nella Parigi descritta da Émile Zola, quella delle foto di Robert Doisneau e di Emile Savitry; l’incontro con Django; l’Hot Club de France; le delusioni; le guerre; gli incontri; la voglia di imparare sempre; e un grande smisurato amore per il suo violino – emblema, oltre che permanente tentativo di riscatto – e la continua ricerca delle sue radici, anche quando è diventato un “mostro della musica”.

Copertina dell’autobografia del violinista Stéphane Grappelli

Le trova finalmente in una città storica del Basso Lazio, Alatri, nella torre che, chissà se per caso, porta proprio il suo nome. Nel piccolo giardino, sotto un arbusto di bacche bianche, Stéphane ha voluto che fossero unite le sue ceneri a quelle di suo padre, ai piedi della Torre Grappelli.

Fino alla sua morte, continuerà a visitarla, per ascoltare in silenzio il suono della lingua, il respiro delle sue origini che volle trovare “in una periferia della provincia italiana, dentro una torre che, forse per caso, porta il suo nome, pur depurato della ‘i’ finale francesizzata da un accento, spia della sua emigrazione e segno identitario, ridotto al grado zero, di un artistico vagabondaggio.”

Il progetto della traduzione dell’autobiografia del grande violinista nasce proprio dalla storia nascosta delle ceneri del grande violinista nel giardino di Palazzo Grappelli di Alatri, nasce da una Torre e da un sinforicarpo, un arbusto di bacche bianche, che custodiscono un pugno di ceneri del maestro, come scrivono nei due testi che chiudono l’edizione italiana, Tarcisio Tarquini – presidente dell’Associazione Gottifredo – e Paola Rolletta – traduttrice e curatrice dell’edizione italiana.

Alatri, 1991, Stéphane Grappelli nella città di suo padre Ernesto, (foto di Joseph Oldenhove)

In viaggio con il mio violino – 192 pagine con fotografie e un digital drawing di Mario Ritarossi – è già disponibile presso l’ Associazione Gottifredo. Basterà inviare la richiesta a: ass.palazzogottifredo@gmail.com
E nelle prossime settimane in tutte le librerie italiane.

Maria Silva

 

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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