25 ottobre 2020
Ieri mattina sono stati ammazzati brutalmente diversi allievi dell’età tra 12 e 14 anni in una scuola a Kumba, nella provincia del Sud-Ovest, una delle due regioni anglofone del Camerun.
Le notizie sono ancora frammentarie. Il primo ministro camerunense, Joseph Dion Nguete parla di 9 alunni trucidati da colpi di arma da fuoco. Parecchi altri sono rimasti gravemente feriti, alcuni dalle pallottole, altri mentre cercavano di mettersi in salvo saltando dalla finestra dell’aula ubicata al secondo piano. Teatro del massacro è stata una scuola privata al centro di Kumba, Mother Francisca International Bilingual Academy.
Un testimone oculare ha raccontato che attorno all’ora di pranzo sono stati avvistati alcuni uomini armati mentre si dirigevano verso la scuola in sella alle loro moto. E il vice-prefetto della città, Ali Anougou, ha aggiunto che sono poi entrati in classe e hanno aperto il fuoco contro i giovanissimi.
Anche se finora nessuno ha rivendicato il massacro, le autorità accusano i secessionisti. Dopo la decisione del presidente-dittatore Paul Biya di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone alla fine del 2016, nelle due regione anglofone del Camerun, del nord-ovest e del sud-ovest, è in atto conflitto un tra ribelli indipendentisti e l’esercito regolare. I separatisti, che vorrebbero trasformare le due regioni in uno Stato autonomo chiamato “Ambazonia”, denunciano da anni la loro marginalizzazione da parte del governo centrale e della maggioranza francofona.
Solamente in 2 delle 10 province del Camerun si parla inglese. All’inizio del ‘900 il Paese era una colonia tedesca. Dopo la prima guerra mondiale nel 1919, è stata divisa tra Francia e Gran Bretagna, secondo il mandato della Lega delle Nazioni. La parte francese, molto più ampia, aveva come capitale Yaoundé, mentre quella inglese era stata annessa alla Nigeria, si estendeva fino al Lago Ciad e aveva per capitale Lagos. Gli inglesi erano poco presenti in questa regione, la loro attenzione era concentrata sui territori dell’attuale Nigeria.
Il conflitto ha causato 3.000 vittime, 600.000 hanno lasciato le loro case e tre dei quattro milioni di cittadini delle 2 province colpite, necessitano di assistenza umanitaria.
Con l’accanirsi degli scontri, l’80 per cento delle scuole sono chiuse, i minori sono le prime vittime di queste conflitto interno. Oltre agli istituti scolastici, anche gran parte dei presidi sanitari non sono più funzionanti.
Africa ExPress
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