L'ex presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keïta
Cornelia I. Toelgyes
19 agosto 2020
L’Unione Africana ha annunciato poche ore fa di aver sospeso il Mali dall’Organizzazione finchè l’ordine costituzionale non sarà ristabilito. Il presidente di turno dell’UA, il sudafricano Cyril Ramaphosa, ha chiesto inoltre la liberazione immediata dell’ex capo di Stato maliano, Ibrahim Boubacar Keïta, ancora nelle mani dei golpisti.
I militari coinvolti nel putsch in Mali si sono presentati presto questa mattina alla TV di Stato. Hanno voluto raggiungere le case dei maliani prima che uscissero per le loro attività quotidiane, per tranquillizzare la popolazione tutta.
Avevano in testa berretti marroni, blu o verdi, cinque alti ufficiali dell’esercito, seduti uno accanto all’altro davanti alle telecamere, altri in piedi, anche loro, tutti, o quasi, con distintivi propri dei gradi superiori.
Ismaël Wague, seduto al centro, portavoce di Comité national pour le salut du peuple (comitato nazionale per la salvezza del popolo n.d.r.), ha detto: “Noi, forze patriottiche di CNSP, abbiamo deciso di prendere le nostre responsabilità davanti al popolo e davanti la storia”.
I militari che hanno preso il potere a Bamako e spinto il presidente Ibrahim Boubacar Keita alle dimissioni ieri notte, hanno dichiarato che tutti i trattati internazionali verranno rispettati, altrettanto saranno messi in essere gli accordi di pace di Algeri del 2015. Il portavoce ha precisato che è loro intenzione lavorare per una politica volta a portare il Mali alle elezioni e restituire il potere ai civili.
Dopo l’intervento di Keita attorno la mezzanotte, le strade sono rimaste deserte a Bamako e nel resto del Paese. Tutti, dal più anziano al più piccolo sono rimasti sorpresi e in ogni dove si sentiva sempre e solo la stessa frase: “Il presidente è stato arrestato”.
Keita, costretto alle dimissioni, ieri notte ha pronunciato poche parole alla TV di Stato. In un breve discorso rivolto alla nazione tutta, ai militari, ha ringraziato la popolazione che gli ha dimostrato calore e affetto in tutti questi anni e ha voluto precisare che, per evitare qualsiasi spargimento di sangue, si vede costretto a rimettere il proprio mandato con le conseguenze del caso: dissoluzione dell’Assemblea nazionale e, ovviamente del governo.
Non c’è stato alcun spargimento di sangue, ma si sono verificati atti di vandalismo e saccheggi in città, non per ultimo è stato incendiato l’ufficio di Kassoum Tapo, ministro della Giustizia, nominato solo alla fine di luglio dall’allora primo ministro Boubou Cissé.
Jean-Pierre Lacroix, vice-segretario della Missione dell’ONU in Mali, MINUSMA, ha espresso perplessità sugli ultimi avvenimenti. “Sosteremo l’iniziativa della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO), che presto invierà una delegazione a Bamako. C’è il forte rischio che il vuoto costituzionale che si è venuto a creare rischi di aggravare la situazione in tutto il Paese. E’ indispensabile che le istituzioni riprendano le loro attività quanto prima”.
I putschisti non si sono espressi sulla sorte dell’ex presidente, e neppure su quella degli altri personaggi politici arrestati ieri. Finora sono solo voci di corridoio, precisa Serge Daniel di RFI a Bamako, sentito al telefono da Africa ExPress ma sembra che vogliano consegnare alla giustizia i personaggi sospettati di aver sottratto fondi pubblici. “Ma garantiamo che a nessuno verrà torto un solo capello”, ha promesso uno dei militari di CNSP.
Finora non è dato sapere quanti e chi siano i personaggi illustri arrestati, con l’eccezione del presidente, il primo ministro Cissé, praticamente tutti i capi di Stato maggiore e i ministri della Difesa e della Sicurezza.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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