Dossier Silvia/Nasr 19, giochi di guerra dei bersaglieri spediti in Qatar

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Nasr19 Esercitazione Italia-Qatar

Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
maggio 2020

Lo Stato Maggiore dell’Esercito lo ha definito “il più importante rischieramento di forze terrestri da combattimento italiane in Medio Oriente dal ritiro del contingente Antica Babilonia schierato in Iraq tra il 2003 e il 2006”.

All’inizio del settembre 2019, 800 militari e più di un centinaio di mezzi pesanti tra carri armati, blindati e cannoni sono stati inviati ad esercitarsi nell’arido deserto del Qatar, insieme alle truppe d’assalto qatarine.

I war games si sono svolti per oltre un mese nel maxi-poligono di Al Ghalail, a sud della capitale Doha. Nome in codice della maxi-esercitazione bilaterale, NASR 19, protagonisti i bersaglieri della Brigata “Garibaldi” di stanza in Campania e in Calabria e la 2° brigata delle Forze Terrestri del Qatar. A coordinare l’intera operazione, a fianco dello Stato Maggiore della Difesa, i rappresentanti della Farnesina e l’onnipresente ufficio diplomatico italiano in Qatar.

“Grazie a NASR 19 – riferiva l’allora ambasciatore Pasquale Salzano – si rafforza la collaborazione non solo tra le forze armate, ma complessivamente fra lo Stato del Qatar e la Repubblica italiana”. “Abbiamo accettato rapidamente l’invito del Qatar perché la zona d’esercitazione offre caratteristiche idonee allo svolgimento di attività che, per numero di veicoli cingolati e ruotati impiegati e per volume di fuoco, non sarebbe possibile sviluppare presso aree addestrative presenti sul territorio italiano”, spiegava invece il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, presente alle azioni di fuoco insieme al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli.

Nasr19 Esercitazione Italia-Qatar

“L’esercitazione rappresenta il momento culminante di un’intensa attività di cooperazione tra i due Paesi che, nel rinsaldare i reciproci rapporti di amicizia, hanno avviato un intenso scambio di visite e addestramenti congiunti. Lo scopo principale di questo importante evento addestrativo, oltre a valutare le modalità di rischieramento nell’area del Golfo Persico di un dispositivo pesante dell’Esercito, è quello di innalzare il livello di integrazione e interoperabilità delle unità affinando sia le procedure da attuare a in ambito Posti Comando, sia i procedimenti d’impiego delle unità”.

L’esercitazione è stata ovviamente anche un’ottima occasione per provare dal vivo la potenza distruttiva dei principali sistemi di guerra terrestre in dotazione alle forze armate italiane anche nella prospettiva di una loro acquisizione da parte del Qatar. “Nell’ambito delle attività addestrative, sono state altresì testate alcune delle capacità che verranno poste in alta prontezza a favore della NATO”, spiega ancora lo Stato Maggiore. “In particolare, le compagini di fanteria pesante della Brigata Garibaldi, hanno impiegato cingolati VCC 80 Dardo, carri armati C1 Ariete, VBM Freccia, mortai da 120 mm e da 81 mm, Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo (VTLM) Lince, sistemi contro carro Milan e Spike, obici FH70, lanciatori G-MLRS (Guided Multiple Launch Rocket System), i semoventi PZH 2000, artiglierie di ultima generazione con possibilità d’impiego di munizionamento a guida GPS e a lunga gittata, capaci di colpire obiettivi di dimensioni ridotte…”.

Si tratta in buona parte di armamenti prodotti e/o commercializzati dalle aziende leader del complesso militare-industriale nazionale, Oto Melara – Leonardo (ex Finmeccanica) ed Iveco Defence Vehicles in testa. Made in Italy anche i munizionamenti da 155 mm con gittate elevatissime (sino a 100 km di distanza) sperimentati per la prima volta in un campo di battaglia: i proiettili per cannoni tipo “Vulcano”, progettati e realizzati negli stabilimenti Oto Melara di La Spezia. “Inoltre – aggiunge il portavoce dell’Esercito italiano – la componente Genio della Garibaldi, durante l’incontro con la controparte locale, ha presentato il nuovo veicolo di seconda generazione Orso in alcune sue varianti, con una successiva dimostrazione sul terreno delle capacita dei sistemi robotizzati per l’identificazione di presunti ordigni esplosivi osservati ed individuati sul terreno”.

L’Orso è il Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) realizzato da Iveco DV di Bolzano e dall’azienda tedesca Krauss Maffei Wegmann per il trasporto militari ed obici leggeri, la guerra elettronica, il supporto logistico e l’assistenza sanitaria. Oltre che all’Esercito italiano, il nuovo VTMM è stato venduto alle forze terrestri del Libano. Con NASR 19, Orso e Vulcano sono stati promossi all’attenzione del florido mercato delle petromonarchie del Golfo.

L’esercitazione italo-qatarina si è conclusa il 27 ottobre 2019. In contemporanea all’ultima fase dei cannoneggiamenti, in Piemonte, nel comprensorio di Baudenasca (Pinerolo), gli Alpini del 3° reggimento della brigata “Taurinense” e i genieri guastatori del 32° reggimento davano vita all’esercitazione “Gold Fenix”, unitamente a un centinaio di militari dell’esercito francese e dell’Emirato del Qatar. “L’esercitazione ha avuto lo scopo di elevare la capacità operativa del personale di muovere, vivere e combattere in ambiente urbanizzato, in contesti multinazionali ad alta intensità”, riporta il comunicato emesso dallo Stato Maggiore dell’Esercito.

“Attraverso il confronto con realtà militari diverse, sono state applicate e migliorate le capacità di movimento in un ambiente particolarmente difficile, implementandole successivamente con l’addestramento al superamento di ostacoli sia naturali, come ad esempio le falesie di roccia, sia artificiali, tramite le strutture addestrative in dotazione al 3° reggimento Alpini”. Ognuno offre, cioè, quello che ha: i militari qatarini le sabbie del deserto, quelli italiani i grandi agglomerati urbani e le vette alpine. La globalizzazione delle guerre moderne…

Salvatore Farina, capo di Stato maggiore dell’esercito italiano

Un mese dopo il duplice appuntamento, il 19 novembre 2019, il generale Salvatore Farina effettuava una seconda visita ufficiale in Qatar per incontrare il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Ghanim Shaheen Al Ghanim e visitare il Centro di addestramento delle forze terrestri dell’emirato. “Il generale Farina ha potuto osservare i principali mezzi ed i sistemi di simulazione che vengono impiegati dal Centro”, riferiva il Ministero della Difesa.

Successivamente la massima autorità dell’Esercito italiano si recava nell’area addestrativa di Al Ghalail per “assistere” ad un’altra maxi-esercitazione, Eastern Action, protagoniste le forze terrestri qatarine e i militari della 38^ Divisione di fanteria della Guardia nazionale dello Stato dell’Indiana (Usa). “Il generale Farina ha fatto infine visita al Collegio Militare Ahmed Bin Mohammed fondato nel 1996 da Sua Altezza l’Emir Sheikh Hamad Bin Khalifa Al Thani per preparare i cadetti per l’esercito e la polizia”, aggiungeva la nota della Difesa. “Al termine dell’incontro, il Capo di Stato Maggiore Esercito ha espresso parole di stima per lo stabile e duraturo rapporto di collaborazione tra le Forze Terrestri del Qatar e l’Esercito Italiano, sottolineando l’attuale senso di amicizia e cooperazione e confermando la disponibilità ad incrementare – nel prossimo futuro – quelle che sono attività addestrative congiunte, con lo scopo di rendere sempre più interoperabili i due eserciti”.

Per consolidare e strutturare la cooperazione bilaterale tra gli eserciti di Italia e Qatar si era tenuto a Roma il 16 e 17 gennaio 2019 il 1° Steering Committee tra una delegazione dell’Ufficio Attività Internazionali dello Stato Maggiore e i vertici militari dell’emirato. “L’incontro, oltre a costituire l’occasione per incrementare la collaborazione nei settori di reciproco interesse, in primis in quello addestrativo e formativo, ha consentito di gettare le basi per la realizzazione dei primi Army Staff Talks che si terranno in Qatar nel mese di maggio e pianificare l’esercitazione congiunta NASR 2019 prevista per il prossimo autunno”, riferiva la Difesa. “Infine, allo scopo di incrementare la conoscenza della controparte sulle capacità di Comando e Controllo dell’Esercito Italiano, è stata realizzata presso l’11° Reggimento Trasmissioni in Civitavecchia, una dimostrazione capacitiva sull’impiego di tecnologie nazionali all’avanguardia nello specifico settore”.

Un altro meeting si teneva ancora una volta in Italia a fine aprile. L’ospite d’onore era stavolta il generale Mohamed bin Ali Al Ghanem, Comandante delle Forze Terrestri del Qatar. “Durante l’incontro avvenuto a Palazzo Esercito, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, ha espresso parole di stima per lo stabile e duraturo rapporto di collaborazione tra i due eserciti di Qatar e Italia”, si legge nella nota emessa dalla Difesa. “Il generale Farina ha focalizzato l’attenzione sull’addestramento congiunto avvenuto recentemente con i paracadutisti e i piloti dell’aviazione qatariota, a dimostrazione del fatto che la cooperazione bilaterale tra i due Paesi è ormai solida e ben strutturata. L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per affinare ed integrare alcuni aspetti riguardanti l’esercitazione NASR 2019 prevista in Qatar nel mese di ottobre (…) nell’ambito di una campagna di combattimento che vedranno interessate unità di Fanteria, Cavalleria e Artiglieria attraverso l’impiego di varie piattaforme quali DardoFrecciaArieteCentauro, MLRS, PZH 2000 e assetti Counter UAS”.

Dopo il vertice, il generale Mohamed bin Ali Al Ghanem si recava in visita alla Scuola Fanteria di Cesano di Roma dove vengono formati i volontari in ferma prefissata e il personale proveniente dai reparti operativi. Obiettivo, la possibilità di ospitare nei “corsi formativi” i fanti dell’esercito qatarino, così come già accade in altri istituti delle forze armate italiane (l’ISSMI – Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze e l’IASD – Istituto Alti Studi della Difesa entrambi con sede a Palazzo Salviati a Roma e l’Accademia Navale di Livorno).

Il 5 novembre 2019 era il Capo di Stato Maggiore della Difesa del Qatar, generale Ghanim Shaheen Al-Ghanim, ad essere ricevuto in pompa magna dai vertici dell’Esercito all’aeroporto di Viterbo, sede del Comando della Brigata Aviazione, del 1° Reggimento AVES “Antares” con gli squadroni elicotteri e gli aerei a pilotaggio remoto Shadow-200 e della Scuola Marescialli dell’Aeronautica militare. “Il comandante dell’Aviazione dell’Esercito, generale Paolo Riccò, ha accolto il Capo di Stato Maggiore del Qatar, giunto a Viterbo per conoscere da vicino la realtà che vede impegnati i suoi uomini in un percorso di formazione e addestramento sugli elicotteri UH-90”, rilevava l’addetto stampa della Difesa.

“L’Aviazione dell’Esercito, nell’ambito degli accordi internazionali tra Italia e Qatar, concorre all’addestramento degli equipaggi di volo e del personale di supporto manutentivo della linea UH-90A delle Forze Armate del Qatar e la visita di ieri ha rappresentato un modo per ripercorrere quanto fatto nel corso di questo primo anno di lavoro insieme”.

Nello specifico, a partire dal marzo 2019, i piloti e i tecnici delle Qatari Emiri Air Force vengono addestrati a Viterbo dal personale del 3° Reggimento Operazioni Speciali “Aldebaran”. L’UH-90A è la versione terrestre (TTH) del NATO Helicopter per gli anni novanta (NH90), l’elicottero multiruolo  medio pesante sviluppato dal consorzio internazionale NHIndustries, costituito dall’italiana Leonardo, dalla franco-tedesca Eurocopter e dall’olandese Stork Fokker Aerospace. Impiegato a partire dal 2007 dalle forze armate tedesche e dall’Esercito italiano, il velivolo è stato poi ordinato da altri paesi, tra qui appunto il Qatar (16 modelli TTH per il trasporto truppe e armamenti e per le operazioni speciali e 12 nella versione navale NFH per la guerra antisommergibile). Gli elicotteri saranno consegnati all’emirato a partire del 2022 e saranno armati con mitragliatrici M143D “Dillon”, missili “Marte” MK2/S (MBDA Italia) e siluri MK 46 (MBDA) ed MU90 “Sting Ray” (BaeSystems). Il consorzio NHIndustries, di cui Leonardo-Finmeccanica detiene il 32% del capitale, ha anche venduto 20 elicotteri UH-90A all’Oman.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com

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